Internet gratis per tutti, ovunque? E' la nuova promessa dei politici che vogliono pescare tra i cosiddetti "giovani", qualcuno ci ha già vinto (non solo per questo, ma ha aiutato) delle competizioni elettorali, e ovviamente non ha ancora ottemperato alla promessa. Altri lo promettono come punto fondante dei loro programmi.
E' davvero possibile dare internet gratis a tutti? La risposta è ovviamente SI, ma a quale costo?Le connessioni web non crescono nei prati, bisogna predisporre dei ripetitori WIFI di grande potenza, e poi mettere a disposizione delle connessioni estremamente potenti, per permettere a migliaia di persone di essere connesse 24 Ore su 24 a ciascun ripetitore. In altre parole, è tutt'altro che gratis, per le casse pubbliche: bisognerebbe o spendere soldi pubblici per questo servizio, togliendo ad altri capitoli di spesa (sanità? trasporti? assistenza agli anziani?), o predisporre una tassa apposita. A logica, per il principio dell'economia di scala, potrebbe essere una tassa che costerebbe al cittadino meno di un abbonamento con un qualsiasi operatore. Conoscendo la realtà della burocrazia italiana, e delle aziende privatizzate in modo farlocco, finirebbe per costare di più (vedi la simpatica storia dei braccialetti elettronici per i detenuti in semilibertà).
Per non parlare del fatto che sarebbe impossibile far rispettare a tutti il pagamento della tassa, o che molti cittadini non interessati al servizio non vorranno saperne, e in ultimo, dello spreco che si fa di qualsiasi prodotto che viene "regalato", faccenda che finirebbe, se si vuole un funzionamento efficiente, per rendere necessarie infrastrutture ancora più potenti di quel che servirebbe se i cittadini non "sprecassero".
Io nel mio piccolo, mi permetto di fare due proposte, che si autofinanzierebbero e che darebbero un ottimo servizio a chi visita le città italiane per turismo o per lavoro, o a chi pur residente in una certa città, non ha bisogno di una connessione permanente a casa.
La prima è di predisporre degli hotpoint WIFI in corrispondenza delle fermate dei mezzi pubblici e dei principali luoghi turistici o di interesse professionale (fiere, centri congressi, stadi, etc.). Dato che un biglietto dell'autobus in una grande città come Milano è arrivato a 1,5 €, sarei ben contento di pagare un biglietto da 2 €, in cui il mezzo € di differenza mi da un codice per collegarmi a questi hotpoint per un periodo di 8 ore.
Gli stessi hotel, potrebbero vendere dei buoni da 0,5 € a 1,5 €, per essere connessi al web per 8, 16 o 24 ore, e potrebbero persino ritenere conveniente regalare questi buoni a clienti che pagano 50 o 100 € per notte.
Una soluzione del genere è più costosa, ad usarla tutti i giorni, che fare un abbonamento FLAT mobile, ma sicuramente comoda per chi si trova in città per pochi giorni. Inoltre permetterebbe finalmente di realizzare delle applicazioni augmented reality in corrispondenza dei monumenti (es. inquadro col cellulare delle rovine, e vedo sullo schermo il modo in cui apparivano ai tempi in cui l'edificio fu costruito), o indicazioni interattive multilingue sugli orari dei treni, o sulle direzioni da prendere in metropolitana.
Prima di spendere fantastiliardi in eventi come Olimpiadi e simili, sarebbe ora di offrire a chi visita l'Italia, un'esperienza turistica degna del 21esimo secolo, con un investimento che si ripagherebbe in breve e porterebbe persino un introito alle casse pubbliche.
C'è qualche sindaco e qualche compagnia telefonica in ascolto?
Sono ovviamente d'accordo con te in quanto amante della tecnologia, ma non vorrei che tutti questi hotspot causassero poi dei seri problemi di salute alla popolazione.
RispondiEliminaVoglio essere moooolto esplicito: usare il cellulare non è escluso che faccia male, ma proprio per questo, l'unico modo per mettersi del tutto al sicuro è andare su un'isola deserta su cui non c'è copertura dei cellulari, e ovviamente non ci sono telefoni cellulari.
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