giovedì 30 novembre 2017

Bitcoin è tutta una truffa?

bitcoin truffa

Bitcoin è tutta una truffa come dice il grande economista Stiglitz? O il grande finanziere Davide Serra? O il grande capo della JP Morgan?
A mio giudizio no, e in questo articolo spiego perchè.
Esistono in giro truffe che sfruttano l'interesse attorno ai bitcoin? Purtroppo sì, e in questo altro articolo, spiego come riconoscerle.
Detto questo, sei ancora convinto che sia tutta una truffa? Poco male, nessuno è obbligato a provare. L'importante è essere consapevoli di essere costretti ad una vera e propria truffa nota come sistema pensionistico a monopolio statale. Volgo INPS. Il sistema pensionistico a monopolio statale è un sistema già fallito, dato che i contributi di chi lavora non riescono a pagare le pensioni a chi è già in pensione. Ogni anno, per ripianare questo squilibrio, vengono presi oltre 100 Miliardi dalle tasse, la cosiddetta fiscalità generale. Con l'andare del tempo sarà sempre peggio: i giovani che lavorano sono sempre meno, e sempre meno pagati, mentre i pensionati diventano sempre di più. Chi ha 40 anni o meno non ha alcuna speranza di avere una pensione dignitosa per vivere e di averla a 67 anni. Quindi, indipendentemente da quel che pensate di bitcoin, dovete pensare a proteggere il vostro futuro. Ripeto non c'è alcuna possibilità, per chi oggi ha 40 anni, o meno, di avere un tenore di vita lontanamente decoroso: o il sistema fallisce da qui a 30 anni, o le pensioni saranno rese ridicole da un'inflazione che non è certo quella calcolata ufficialmente dall'ISTAT
Detto fuori di metafora è fondamentale mettersi da parte un capitale per la pensione, attraverso ad esempio un piano di risparmio: è uno strumento che ha i suoi pro ed i suoi contro, ma il pro fondamentale è che ci "obbliga" a risparmiare una certa cifra tutti i mesi, cosa che se dovessimo ricordarci di fare da soli, non riusciremmo. C'è una circostanza favorevole da sfruttare in questo momento oltretutto: sebbene il sottoscritto non sia un fan dell'europeismo, c'è un vantaggio dovuto all'esistenza dell'Unione Europea: si può avere accesso a strumenti, nello specifico piani di risparmio, non esistenti sul mercato italiano, con condizioni molto più favorevoli, se si sa dove andare a cercare. Anche in questo caso, per chi volesse approfondire, basta scrivere a btcoggi@gmail.com. Per chi si chiedesse il perchè della foto di apertura? E' un simpatico gattino, cosa potevo mettere di meglio?

domenica 19 novembre 2017

Il Bitcoin è in bolla? Cosa si intende per bolla?

Bolla bitcoin

Si sente di continuo parlare, di fronte all’inarrestabile crescita di prezzo delle criptovalute principali, a partire dal bitcoin, di “Bolla del bitcoin”. Molti esperti di economia, insistono a dire che questa crescita di prezzo sia destinata, come appunto una bolla, a scoppiare, con conseguente crollo del prezzo stesso, e si sprecano i paragoni alle famose bolle economiche del passato, dalla bolla dei tulipani in Olanda del 1700 alla Bolla delle aziende internet del 2000. Senza pretendere di guardare nella palla di vetro, come i maghi e gli economisti mainstream, in questo articolo vorrei chiarire cosa si intende, in economia, per “bolla”, lasciando al lettore il giudizio sul fatto che esista, o meno, una “bolla bitcoin”

Cos’è una bolla economica?


In economia il termine bolla può avere un significato “oggettivo” ed uno “soggettivo”. Si parla di bolla in senso oggettivo, quando una intera categoria di beni, o attività, ha un valore sproporzionato rispetto al suo rendimento. Possiamo quindi fare gli esempi di un’eventuale bolla azionaria, obbligazionaria o immobiliare

La bolla economica in senso oggettivo

                                                         
Il prezzo di un’azione viene paragonato agli utili che fa l’azienda a cui l’azione è riferita. Se il prezzo è pari a 10 volte l’utile per azione, mi aspetto che comprandola, gli utili mi ripaghino in 10 anni il prezzo che ho pagato. Se l’azienda ha un prezzo per azione molto più alto di 10 volte l’attuale utile, può essere perché ci si aspetta che i suoi utili futuri saranno molto più alti di quelli attuali, per cui chi compra l’azione è disposto a pagare anche 20 o 100 volte il valore dell’utile, perché si aspetta che gli utili a breve saranno il doppio o 10 volte quello attuale, di modo da ripagare in 10 anni, o meno, il prezzo pagato per l’azione. Ricordiamo che si tratta sempre di una valutazione soggettiva. Se uno è disposto a recuperare l’investimento in 20 anni, valuterà ragionevole un prezzo per azione 20 volte superiore all’utile per azione. Se tutte le azioni presenti su un dato mercato hanno un prezzo pari a 30 o più volte l’utile della rispettiva azienda, si dice che il mercato azionario è “in bolla” in senso oggettivo: in questa situazione può verificarsi o una discesa graduale verso livelli più ragionevoli, o un cosiddetto “scoppio della bolla” con crollo repentino dei prezzi e pesanti perdite per chi ha comprato poco prima di questo scoppio.

Sul mercato immobiliare si può fare un discorso paragonabile: se compriamo un appartamento, ci aspettiamo di incassare degli utili sotto forma dell’affitto che pagheranno gli inquilini. Se l’affitto annuale che incassiamo è pari a un decimo del prezzo che abbiamo pagato per l’appartamento, ce lo ripagheremo in 10 anni. Se è pari a un ventesimo, ce lo ripagheremo in 20 anni. Con un ragionamento simile a quello fatto per le azioni, se gli immobili sul mercato hanno prezzi medi pari a 20, 30 o più volte quello che rendono sotto forma di affitto, si può dire che il mercato immobiliare sia “in bolla” in senso oggettivo. Con rischio di forti perdite in caso di “scoppio della bolla”.

Discorso leggermente diverso per le obbligazioni: le obbligazioni, che siano emesse da aziende private, o che siano titoli di stato, sono dei prestiti che l’investitore fa all’azienda o allo stato emittente: si aspetta, alla scadenza, di riprendere la somma pagata sotto forma di prezzo dell’obbligazione, più un interesse. L’interesse richiesto da chi compra l’obbligazione, in una situazione di libero mercato, è collegato al rischio che l’emittente fallisca e non rimborsi l’obbligazione: più questo rischio è alto, più l’interesse richiesto dal mercato sarà alto. Quando gli interessi pagati sulla maggior parte delle obbligazioni e/o dei titoli di stato sono irragionevolmente bassi rispetto al rischio (ricordiamo che molti titoli di stato occidentali pagano un interesse anche pari a zero o addirittura negativo), si può parlare di una bolla obbligazionaria in senso oggettivo.

Veniamo quindi alle monete, cartacee o digitali che siano. Tenere in tasca una banconota da 100 € o un bitcoin, non dà ALCUN rendimento. Il rapporto tra prezzo e rendimento di qualsiasi moneta, è sempre infinito, dato che qualsiasi prezzo di una moneta, diviso per 0, ossia il rendimento che ci si aspetta, dà appunto un risultato infinito. In senso oggettivo, qualsiasi moneta che valga più di zero, sarebbe automaticamente in bolla. Ma dato che nessuno si aspetta un rendimento semplicemente tenendo in tasca una moneta, di fatto NON ha senso parlare di bolla, in senso oggettivo, a proposito del bitcoin, o del dollaro, del rublo o qualsiasi altra valuta.

Come ci si comporta in caso si ravvisi una bolla economica? I comportamenti che possiamo applicare in caso di una “bolla in corso” sono diversi a seconda del nostro orizzonte temporale: se vogliamo fare un investimento a medio termine, è consigliabile stare lontani dal genere di attività in bolla. Se vogliamo fare una speculazione a breve termine, anche se pensiamo che le azioni o gli immobili siano “in bolla”, possiamo investire lo stesso nel mercato azionario o immobiliare, se ci aspettiamo che i prezzi saliranno ancora prima dello “scoppio della bolla”: il nostro obiettivo non sarà detenere l’azione o l’appartamento di turno finchè si ripaghi completamente, ma piuttosto di rivendere dopo poco, realizzando un piccolo/grande utile da pura speculazione.

La bolla economica in senso soggettivo 


Oltre all’accezione oggettiva del concetto di “bolla”, ci può essere un’accezione soggettiva. In pratica, un “esperto” di economia o mercati può ritenere che il prezzo di una valuta, stia salendo eccessivamente per il solo effetto di un’euforia momentanea, da parte di speculatori che vogliono realizzare un utile a breve termine, comprando e rivendendo subito a maggior prezzo. Con valute estremamente volatili come le cripto valute, le fasi di euforia e panico sono molto frequenti e ravvicinate. Di conseguenza comprare in una fase di forte salita può esporci al rischio, a breve termine, di una discesa, quindi di una perdita. Come detto prima, anche in questi casi, si può anche applicare una strategia di investimento di breve periodo, se ci si aspetta che i prezzi continueranno a salire prima della prossima discesa: si compra con l’obiettivo di rivendere dopo pochissimo, realizzando un piccolo utile da speculazione di breve periodo.

C’è da dire che le valute hanno un valore “relativo” ed uno “assoluto”. Il valore relativo è quello in relazione ad altre valute. Ad esempio l’euro vale quasi 12 Bolivar Venezuelani, con una crescita dai 3 Bolivar del 2010: un economista venezuelano, particolarmente fiducioso nel governo locale, potrebbe dire che l’euro è in bolla. Ha senso? In termini relativi, non ha ne ragione, ne torto. Il suo metro di riferimento è la sua valuta nazionale, magari nutre una forte fede nelle politiche monetarie della Banca Nazionale Venezuelana, e di conseguenza ha motivo di pensare che l’euro sia in bolla.

bitcoin in bolla


Esiste invece un valore diciamo “assoluto” di una valuta, rappresentato dal suo potere d’acquisto. Ad esempio Bitcoin, esattamente un anno fa, il 19 novembre 2016, valeva 748 $: con un bitcoin si poteva comprare una ottima bicicletta. Mentre scrivo, oggi 19 novembre 2017, un bitcoin è quotato 7.770 $, buono per comprare una motocicletta di media cilindrata. L’esempio si può applicare a qualsiasi altro bene: un anno fa si potevano comprare 70 bottiglie di buon vino, oggi 700, sempre con un bitcoin. O 35 bottiglie un anno fa e 350 oggi, se il vino lo vogliamo con la bolla, anzi con le bollicine.

A cosa può essere dovuta questa variazione di valore tra le differenti valute? Le cause delle oscillazioni di valore relativo tra valute sono molte e molto manipolabili, dai governi e dalle banche centrali. Uno dei fattori è che influenzano il valore relativo delle monete è rappresentato da quanto siano utilizzate, o meno, come mezzo di scambio o come riserva di valore. Uno dei fattori che hanno reso sempre più utilizzate le criptovalute, ed il bitcoin in particolare, è il fatto che rappresenti una moneta molto difficile da rubare, o sequestrare, per cui sempre più persone nel mondo hanno imparato ad usarlo, facendo salire il prezzo. Può essere questo un fattore che convincerà ancora più gente nel mondo ad imparare ad usarle, causando un ulteriore aumento di prezzo? Al lettore la risposta…

giovedì 28 settembre 2017

Bitcoin, bolle e tulipani – Cosa c’è di vero negli attacchi della stampa?

bitcoin bolla tulipani


Questo mese di settembre, nella prima metà del mese, s’è sviluppata un’intensa campagna stampa mirata a consolidare un sentimento di diffidenza verso i bitcoin, ossia la prima, ma non più unica, moneta totalmente digitale e decentralizzata, ossia non controllata in via esclusiva da alcun ente, pubblico o privato che sia.

La campagna di stampa internazionale ha coinciso con una marcata contrazione del valore di questa moneta, scesa da circa 5000 $ a circa 3000 $, prima di ritornare a crescere.
Sono stati scomodati vari paragoni: dal fatto che il bitcoin fosse un enorme bolla, o addirittura tutta una truffa, o uno schema Ponzi, la famosa truffa “piramidale”.

Cosa c’è di vero in tutte queste accuse? Si può facilmente controbattere ciascuna di queste affermazioni, ma il modo migliore per capire come siano infondate, sotto vari aspetti, è capire cosa sono nello specifico i bitcoin, come funzionano e quali sono i punti di forza che stanno portando sempre più persone nel mondo a utilizzarli per proteggere i propri sudati guadagni.

Si tratta di un sistema incredibilmente raffinato e geniale, ed al tempo stesso semplice da usare: inviare o ricevere un pagamento è semplice come inviare un’email. E una minima spiegazione di come funziona tutto il sistema, comprensibile da chiunque, permette di capire appieno le potenzialità del sistema. Chi non vorrebbe oggi una moneta difficilissima da sequestrare e rubare? Proprio il fatto che sia difficile da sequestrare e rubare rende questo sistema di pagamento sempre più utilizzato dai cittadini di tutte le nazioni del mondo: dove non sono arrivati il calcio, la religione o la musica, è arrivato l’oro digitale: non esiste popolo al mondo che non lo stia usando.

Per questo motivo, mettere qualche risparmio da parte in bitcoin, non solo significa mettersi al sicuro da furti e sequestri, ma rappresenta ANCHE un buon investimento. L’importante è applicare le più elementari regole di prudenza valide per tutti i tipi di investimento. E imparare come riconoscere eventuali truffatori che volessero sfruttare il nome “bitcoin” per mettere in atto truffe che non hanno nulla a che fare con questa tecnologia.

Per capire tutti questi aspetti, è possibile partecipare all’evento, sabato 7 ottobre a Brescia Bitcoin: come investire con prudenzanella rivoluzione digitale”, all'Hotel Brixia. 

Chi si fosse perso l'evento può scrivermi a btcoggi@gmail.com 


martedì 5 settembre 2017

Arrivano le truffe bitcoin: 5 regole per non caderci



Il bitcoin è l’argomento del momento e purtroppo stanno aumentando le pubblicità di vere e proprie truffe, in cui promettono di far guadagnare cifre stratosferiche, senza muovere un dito e senza rischiare nulla, grazie a imprecisati meccanismi che avrebbero a che fare coi bitcoin.

Poi appena un po' di gente inizierà a non guadagnarci, verranno fuori quelli che "il bitcoin è tutta una truffa". Dato che l’informazione economica è "molto poco informata", ed ha tutto l’interesse a che i risparmiatori abbiano le idee confuse sugli strumenti di investimento tradizionali, figurarsi quelli innovativi, andiamo a chiarire un paio di cosette:


1) I bitcoin, e le altre criptovalute, sono strumenti di pagamento tanto quanto i dollari, gli euro, gli yen e la "pizza di fango der Camerun". Stanno conoscendo un aumento di valore perchè sempre più persone, NEL MONDO, li utilizzano come mezzo di pagamento. Se domani la gente smette di utilizzarli, il loro valore andrà a zero. Non esistono guadagni sicuri a questo mondo.

2) Imparare a usarli è una priorità di PURA SOPRAVVIVENZA: non avrete nessuna pensione INPS e vi sequestreranno pure i peli del sedere. Imparare a usare una moneta che NON si può sequestrare significa che gli unici soldi che mettete da parte in monete non sequestrabili, sarano LA VOSTRA UNICA PENSIONE.
Poi, in corso d'opera potranno anche guadagnare di valore, ma nessuno sa quanto e come. Ripetiamo che: Non esistono guadagni sicuri a questo mondo.


3) E’ possibile sfruttare questa fase di espansione per speculare sui cambi tra cripto valute e monete cartacee, e tra una cripto valuta e l’altra. Si tratta di un investimento ad altissimo rischio, e per altissimo intendo il 50% di rischio: o guadagni un sacco o perdi tutto. Studiando e imparando a investire a poco a poco, si possono realizzare dei buoni incrementi, limitando il rischio, o ci si può affidare a chi padroneggia la materia e chiedere consigli: in ogni caso deve essere un investimento di una piccolissima parte dei nostri risparmi, una parte che possiamo rischiare senza tanti drammi. Può renderci più di tutto il resto dei nostri risparmi, ma nel breve periodo può anche deprezzarsi: è un investimento che va fatto con un’ottica di più anni, almeno 5 anni, perché, ripetiamo:
Non esistono guadagni sicuri a questo mondo.


4) Chiunque promette guadagni sicuri, e stratosferici, vi sta turlupinando: se conoscessi un modo per avere dei guadagni sicuri, e stratosferici, me lo terrei per me. La prima regola dell’economia dice che se tante persone si buttano su un business che permette di fare elevati guadagni, si creerà una concorrenza che farà abbassare questi guadagni fino al livello minimo. Questo non fa che confermare che: Non esistono guadagni sicuri a questo mondo.


5) Le cripto valute, e la tecnologia blockchain su cui sono basate stanno cambiando il mondo in cui viviamo: un mondo in cui gli stati diventano giorno dopo giorno più inutili, in cui è impossibile conoscere la ricchezza di qualcuno, ed è impossibile rubargliela, a meno di utilizzare un elevatissima dose di violenza. Le principali cripto valute avranno un aumento di valore dovuto al fatto che sempre più persone le adotteranno, e le aziende che realizzeranno i migliori servizi basati sulla blockchain, avranno parimenti utili inimmaginabili: ma nessuno può dire OGGI, quale cripto valuta dominerà tra 20 anni e quale azienda basata sulla blockchain avrà avuto più successo tra 20 anni. Ci sono modi prudenti di assaggiare a poco a poco questo tipo di investimento, in modo da capire perché ci può essere un guadagno da qui ai prossimi anni, e imparare a capire quali tendenze seguire e quali rischi evitare. Serve informarsi, e chiedere a chi ci lavora quotidianamente. Chi promette guadagni sicuri va evitato come la peste. Non esistono guadagni sicuri a questo mondo.


In estrema sintesi, chiunque prometta soldi facili senza rischio, vi sta truffando, che vi stia vendendo quote azionarie, o obbligazioni bancarie (ehm ehm), o imprecisati meccanismi che fanno guadagnare automaticamente con appiccicata la parola magica bitcoin. Ciò non toglie che non ci si può permettere di non sapere usare questo mezzo di pagamento. Saperlo usare è PURA SOPRAVVIVENZA, e ci si può ANCHE guadagnare qualcosina. Per guadagnarci bisogna avere chiaro in mente che le cripto valute, e la tecnologia blockchain, servono a rendere inutili le banche centrali, le monete di carta, il catasto, l’anagrafe, la motorizzazione, la SIAE, i fondi pensione tradizionali, e qualsiasi altra funzione che oggi gli stati si arrogano di monopolizzare, o semi-monopolizzare. Se si capisce questo concetto, si capisce che, tempo qualche anno, tutti gli strumenti basati sulla blockchain, saranno sempre più utilizzati, e chi ci investe ora ci realizzerà ANCHE un guadagno. Se non si capisce questo concetto, meglio non investirci proprio, magari aspettandosi grandi guadagni a brevissimo termine. Patti chiari…  

Per chi volesse imparare a capire cosa sono e a cosa servono i bitcoin, ci sono i tutorial di Bitcoin Bear:
1) Cos'è il bitcoin?

Per chi volesse consigli su come mettere da parte i primi € in bitcoin, può scrivermi a btcoggi@gmail.com 


lunedì 28 agosto 2017

L'inflazione è davvero troppo bassa? Smontiamo questa grande bufala


L'inflazione è davvero troppo bassa, come ci dicono da qualche anno a questa parte? E' davvero pari al 1% o meno? E' davvero necessario stimolarla?
In questa puntata del famoso podcast "Il Truffone", di Francesco Carbone, andiamo a smontare questo mito e a capire perchè i governi, con la fattiva collaborazione di economisti e giornalisti "di regime" alimentano questo mito. Per ascoltare la puntata CLICCA QUI.

giovedì 13 aprile 2017

Milan Closing: finisce l'era Berlusconi al Milan. Come è cambiato il mondo del calcio

Milan closing Berlusconi


Col famoso e più volte rimandato "closing" della trattativa coi magnati cinesi, finisce oggi l'era Berlusconi al Milan, dopo 31 anni. Questo non è un articolo celebrativo: non sono milanista, anzi, in questi anni di continui successi rossoneri, i non milanisti hanno "rosicato" parecchio, e soprattutto non è un articolo finalizzato a dare un giudizio sul fatto che i cambiamenti avvenuti nel mondo del calcio siano stati positivi o negativi. Questo articolo vuole "semplicemente" mettere in fila una serie di cambiamenti portati da Berlusconi con la sua presidenza in tutto il mondo del calcio: al di là delle straordinarie vittorie raggiunte, il football europeo non è più quello che era 31 anni fa, quando Silvio atterrò all'Arena di Milano con l'elicottero.

Il mondo del calcio prima di Berlusconi


Chi scrive ha 40 anni, troppo giovane per avere un vivo ricordo del calcio degli anni '80, ma abbastanza vecchio per ricordare una serie di differenze rispetto al cambio di passo imposto dalle idee rivoluzionarie di Berlusconi. Nello specifico sono anche juventino, e nel periodo dell'impetuosa cavalcata del primo Milan berlusconiano, la mia squadra visse uno dei periodi più "magri". Come detto prima, rosicammo parecchio mentre Gullit, Van Basten e compagnia vincevano Coppe dei Campioni a ripetizione. Più recentemente, nel 2003, abbiamo persino vissuto la beffa di perdere una finale contro il Milan, dopo una partita giocata peraltro malissimo da entrambe le squadre.

La prima differenza, rispetto al calcio di oggi, era che le amichevoli estive non contrapponevano tra loro le grandi squadre, sia a livello nazionale che internazionale. Ogni squadra andava in ritiro in qualche località di villeggiatura, marittima o montana, e si "allenava" affrontando squadrette locali di Serie B o C. Ricordo, per dire, un Catanzaro - Bayern Monaco. Per chi ha meno di 30 anni sembra normale che le amichevoli estive siano sfide tra squadre che lottano per la Champions League, o per lo Scudetto nazionale, ma questo non era affatto normale negli anni '80: la prima rivoluzione portata da Berlusconi furono le amichevoli di lusso tra il Milan ed altre squadre europee di primo piano, come il Real Madrid. Per non parlare del Trofeo Luigi Berlusconi, sfida estiva tra Milan e Juventus, molto "sentita" dai giocatori di entrambe le squadre: gli interventi sulle gambe che si scambiavano erano tutt'altro che amichevoli...

Un'altra differenza rispetto ad oggi del calcio pre-Silvio erano le "riserve": i giocatori che sedevano in panchina era effettivamente giocatori di secondo piano, che normalmente subentravano nei 20 minuti finali per rilevare qualche compagno di prima squadra un po' stanco. Fu Berlusconi a volere una rosa di tutti giocatori di primo piano, di modo che le riserve fossero all'altezza degli 11 titolari. Parole come "panchina lunga" e "turn-over" diventarono comuni nelle discussioni calcistiche.

Queste due rivoluzioni hanno portato indubbiamente ad un aumento dei costi ed a una maggiore professionalizzazione di tutto il mondo del calcio. Non so dire se sia stato un bene o un male, ma è quello che è successo. La professionalizzazione è stata poi sfruttata meglio in altre nazioni, come Germania, Spagna o Inghilterra, ma la miccia di questo cambiamento nel business del calcio, è venuto dall'Italia, e in particolare da Berlusconi.

Le vittorie europee del Milan hanno poi trascinato anche le altre squadre italiane a comportarsi bene nelle coppe europee, arrivando spesso in finale e portando a casa vari titoli. Il Milan di Sacchi, allenatore semi-sconosciuto prima di arrivare a Milanello, e fortemente voluto e difeso da Berlusconi, cambiò totalmente la mentalità del mondo del calcio italiano: prima delle grandi cavalcate rossonere in Europa, le squadre italiane andavano all'estero con la tremarella, anche contro avversari modesti, cercando di portare a casa il pareggio o la vittoria di misura: fu il Milan di Sacchi praticamente la prima squadra ad andare a giocare a viso aperto contro tutti, anche in trasferta, mentalità che si è velocemente trasferita al resto del calcio italiano, con evidenti ricadute in termini di risultati. C'erano state già squadre vincenti in Europa, a cominciare dalla stessa Juve o dall'Inter, ma il miglioramento dei risultati europei, la maggior frequenza con cui si arrivava in finale nelle varie coppe, fu evidente.

Il risultato della maggiore professionalizzazione del football in Europa è che oggi nessun imprenditore italiano può permettersi di competere economicamente con le società del resto d'Europa, a loro volta raramente di proprietà di presidenti che non siano di altri continenti. Le squadre italiane di punta hanno oggi proprietà statunitensi (Roma e Napoli), o fanno capo a gruppi internazionali, come la Juventus, o già asiatiche, come l'Inter. Berlusconi ha dovuto alla fine "arrendersi" a questa realtà, mettere da parte l'orgoglio, e accettare un'ottima "buonuscita" per garantire al Milan un futuro all'altezza del passato "Berlusconiano" che oggi si conclude. Come si dice in Cina, Wei-Ji: in ogni rischio c'è un'opportunità, e Silvio l'ha colta facendosi pagare discretamente bene.

martedì 24 gennaio 2017

Ti sembra che il mondo vada a rovescio? Beh, è iniziato tutto con la Rivoluzione Francese

Rivoluzione Francese

Ti sembra che i grandi del mondo prendano decisioni sempre più assurde, nel senso che fanno a pugni con la realtà? Che più si riempiano la bocca del termine democrazia, più restringano la partecipazione dei popoli alle decisioni più importanti? Beh, non solo non hai le allucinazioni. Esistono persone di potere che rifiutano sistematicamente la realtà. E che impongono la loro visione restringendo costantemente le libertà dei cittadini. Così come il nazismo voleva costruire la razza perfetta. Così come il comunismo voleva costruire la società perfetta. Oggi c’è chi ritiene che la temperatura del pianeta vada aumentando anche se facciamo i conti con nevicate record. Che la convivenza forzata tra persone con esigenze diverse appiani i contrasti invece di peggiorarli. Tutti questi esempi vanno sotto una categoria che si chiama IDEOLOGIA. L’ideologia è il rifiuto sistematico della realtà. Chi è accecato dall’ideologia ritiene di poter cambiare il mondo, plasmando un suo paradiso in terra, e chiunque si opponga al suo paradiso, deve essere messo a tacere e schiacciato con un uso illimitato di violenza.

Beh, contrariamente a quanto ci raccontano a scuola, il vaso di Pandora è stato aperto dalla Rivoluzione Francese. L’opinione comunemente accettata, è che la Rivoluzione Francese fosse un movimento delle masse povere contro il re cattivo e affamatore. Che a sua volta fosse figlia dell’Illuminismo, un movimento intellettuale che portava finalmente la modernità in un mondo arretrato e superstizioso. E che le successive campagne militari francesi avrebbero portato la libertà, la fraternità e l’uguaglianza in tutta Europa, coi popoli europei ansiosi di essere “liberati” dalle rispettive dittature, da Napoleone e dalle sue armate.

Grazie a molteplici studi più o meno recenti, è stato possibile appurare come i sobillatori della rivoluzione siano stati nobili timorosi di perdere privilegi fiscali, e che le vittime dell’instancabile lavoro della ghigliottina, siano stati in gran parte cittadini comuni, per non parlare dei genocidi compiuti nelle regioni ribelli, come la Vandea. In seguito, le guerre “giacobine”, sono servite solo a portare in una Francia devastata ricchezze da fuori che compensassero la rovina dell’economia interna. E le popolazioni occupate, al netto dell’infatuazione per la rivoluzione di pochi intellettuali locali, si siano viste tutt’altro che “liberate” dal dittatore Napoleone: le “insorgenze” sono state numerosissime, sebbene represse con la massima ferocia.

Stante quindi una realtà storica totalmente opposta rispetto alla “vulgata comune”, il libro di Beniamino Di Martino “Rivoluzione del 1789 –La cerniera della modernità politica e sociale”, ci illustra come le idee illuministe abbiano sobillato, e poi giustificato, una spaventosa carneficina che ha devastato tutto il continente e che ha lo stesso filo conduttore delle successive stragi naziste e comuniste: la pretesa che esista una “volontà generale”, come la chiamava Rousseau, che serve a fare il bene della nazione, e che nessun singolo o gruppo possa dissentire da questo “interesse pubblico”, pena la morte o lo sterminio del gruppo. E che, al netto di formule vuote come “sovranità popolare”, questa “volontà generale” debba essere concretamente decisa da una ristretta “elite illuminata” che decide per tutto il popolo. Vedete delle analogie con la Commissione Europea non eletta dai cittadini, e con le urla isteriche all’idea che i cittadini britannici abbiano osato mettere in discussione il luminoso progetto dello “Stato Europeo” unico?

Pagina per pagina, in modo semplice e scorrevole, tutt’altro che noioso e professorale, l’autore mette in connessione ogni evento della Rivoluzione, dai primi fuochi, alle stragi interne di cui caddero gli stessi “leader”, alle guerre napoleoniche, con le radici avvelenate del cosiddetto “pensiero illuminista”, lasciando al lettore cogliere le analogie con i due grandi massacri del 900, e con l’ideologia illiberale che guida tanta parte della politica moderna delle nazioni sviluppate, così presa da tentazioni autoritarie, e così incline a scatenare guerre devastanti, come quelle che hanno insanguinato il medio oriente con la scusa dell’ “esportazione della democrazia”, la stessa scusa per cui Napoleone esportava “libertà, eguaglianza e fraternità”, e pazienza per la dittatura e le stragi necessarie ad esportarla. Gli stessi tre elementi dello slogan, se analizzati, sono incompatibili tra loro: se devo rendere 2 persone uguali devo limitare la libertà di almeno una delle 2. E l’autore con pazienza e logica ineccepibile, ci aiuta a comprendere di quante vuote formule, una più falsa e contraddittoria dell’altra, sia piena la moderna politica, a cominciare dalla venerata “Costituzione più bella del (terzo) mondo”.


Se volete capire appieno le infinite contraddizioni di politici e giornalisti che negano la realtà ogni volta che aprono bocca e che, purtroppo, “legiferano”, non potete perdervi questo libro.