O invece di una discarica, che fai brutta figura coi paesani del paese appresso, che ne dici di un bel pozzo di petrolio (vedi foto)? Niente, come ci informa La Stampa, l'Italia è piena di giacimenti petroliferi, ma nessuno li vuole. Un bel paradosso per una nazione che si dibatte tra crisi economica e disoccupazione in aumento. Una miniera di oro nero, che potrebbe portare tanta ricchezza, posti di lavoro e benessere, viene rifiutata dai cittadini. Hanno torto? Hanno ragione? Se guardiamo al benessere presunto di tutta la nazione, hanno in teoria, torto. Se guardiamo al loro interesse personale, hanno stra-ragione.
In altre parole, al di là delle più o meno fondate questioni ambientali, se mi aprono davanti a casa una discarica, o un pozzo di petrolio, io che abito lì subisco un danno economico indubbio. La mia casa diminuirà nettamente di valore, perchè nessuno che non sia disperato la vorrà comprare.
Perchè quindi, per una discarica che serve tutta la provincia o tutta la regione, i cittadini di un singolo paese devono essere danneggiati? Magari quel paese è stato anche più bravo degli altri a non espandersi troppo, utilizzando in modo razionale gli spazi e riconvertendo i vecchi immobili, e adesso deve essere "punito" per avere dei grossi appezzamenti di campagna non urbanizzata, dove appunto verrà piazzata la discarica di turno.
La risposta è quindi nel dare un vantaggio che controbilanci la perdita economica concreta che i cittadini di quel paese subiscono.
Se un paese si becca un pozzo petrolifero, è giusto che i cittadini e le aziende di quel paese abbiano magari la bolletta elettrica gratuita fino ad un certo importo. In questo modo nel paese verranno ad aprire delle aziende, i loro dipendenti saranno interessati a comprare la mia casa, e io la potrò vendere al giusto prezzo.
Stesso discorso per la discarica: è giusto che una serie di tasse cittadine, dall'IMU alla TARES, vengano addossate alle città della provincia e della regione che di quella discarica si servono, di modo che venire a vivere, o aprire aziende nel paese, risulti conveniente, e quindi sempre per il discorso descritto sopra, io non subisca il danno economico dovuto alla perdita di valore della mia abitazione.
Perchè in Italia non si fa? Primo perchè manca la mentalità di risolvere i problemi lasciando al mercato, ossia alla libera contrattazione tra i soggetti privati e pubblici, il raggiungimento di un accordo. Secondo, non esiste un forte federalismo fiscale, che colleghi concretamente entrate ed uscite fiscali di una certa regione, provincia o città. Di conseguenza i comuni non hanno lo strumento per trattare con l'amministrazione centrale queste facilitazioni fiscali, ed a loro volta, trasferirle ai cittadini.
In Italia la parola federalismo è vista con sospetto, giustamente, perchè finora con la scusa del federalismo sono stati de-responsabilizzati gli enti locali dal punto di vista della spesa, senza che lo siano da quello delle entrate. Ciò non toglie che si debba renderli più responsabili sulle uscite, e riconoscergli una quota maggiore delle entrate locali. Cioè realizzare un vero federalismo, che permetta ai cittadini di valutare la reale efficienza degli amministratori locali.
In mancanza, non usciremo mai dal solito teatrino, la regione ti piazza la discarica sotto casa, i cittadini fanno le manifestazioni, qualche politicante ne approfitta per farsi facile pubblicità, nelle città, per l'impasse si accumulerà la monnezza, la situazione verrà risolta in qualche modo totalmente anti economico, e ci perderanno tutti soldi, salute e posti di lavoro. Welcome to Trash Economy!
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