Maria Antonietta mentre twitta la famosa frase:"Il popolo non ha il pane? Che mangino Brioches" |
Proprio così, a quanto si premura di farci sapere la stampa allineata e coperta, dopo le liberalizzazioni che dovevano far crescere il PIL
del 10%, la riforma del lavoro che doveva facilitare le assunzioni, la nuova
parola magica con cui il governo farà esplodere il PIL, si chiama Start-Up. E
il messaggio su cui si batterà sarà quello dell’articolo linkato: “Perdete il lavoro? Aprite una start-up!”. Il Governo ha creato una task-force apposta per finanziarvi!
Bello, anzi bellissimo, e voi che vi lamentate sempre del Governo. Ma cosa si intende realmente per start-up?
Bello, anzi bellissimo, e voi che vi lamentate sempre del Governo. Ma cosa si intende realmente per start-up?
Per start-up si intende, in estrema sintesi, una società di
nuova fondazione. Cosa fa una start-up? Anche se normalmente si identifica con
nuovi servizi web, una start-up può anche essere una società che opera in
settori tradizionali, tipo l’alimentazione, e magari inventa un modo più figo
di vendere i gelati, vedi la benemerita GROM.
Di cosa ha bisogno una nuova azienda? Normalmente ha
bisogno, per svilupparsi, di più soldini di quelli che hanno a disposizione i
suoi fondatori. Per questo motivo la start-up bussa ai venture capitalist, vale
a dire ricchi investitori, che oltre ad investire in tante attività
relativamente sicure (titoli di stato, fondi azionari, e le loro stesse
consolidate aziende), siano disposti a diventare soci di una nuova azienda di
cui capiscono le enormi potenzialità di guadagno, in modo da vedere ripagato
l’enorme rischio d’impresa che qualsiasi start-up comporta. Si, perché le
imprese innovative, nella stragrande maggioranza dei casi, non si dimostrano in
grado di fare utili, e chiudono in pochi anni, mentre altre sopravvivono, ma
senza fatturati e utili molto superiori alle somme investite per fondarle.
Per ammortizzare questo rischio, i venture capitalist creano dei fondi appositi, in cui entrano vari investitori, e questi fondi utilizzano il denaro raccolto per entrare in un largo numero di start up, accuratamente selezionate in base al loro piano industriale (il mitologico business plan): la maggior parte delle imprese fallirà, ma quelle poche che esploderanno, ripagheranno coi loro utili i soldi persi con quelle andate male.
Per ammortizzare questo rischio, i venture capitalist creano dei fondi appositi, in cui entrano vari investitori, e questi fondi utilizzano il denaro raccolto per entrare in un largo numero di start up, accuratamente selezionate in base al loro piano industriale (il mitologico business plan): la maggior parte delle imprese fallirà, ma quelle poche che esploderanno, ripagheranno coi loro utili i soldi persi con quelle andate male.
Il Ministro Passera ha quindi promesso di investire soldini sonanti in fondi di venture capital, in modo che questi fondi abbiano più
denaro per entrare a loro volta in più start up.
Troppo bello per essere vero, eh? Chi non vorrebbe un
governo così giovanile, rampante e lungimirante? Dov’è la fregatura?
La fregatura, in teoria non c’è, a parte la solita giungla di condizioni, lacci e lacciuoli che i "tecnici" sembrano amare quanto i politici. E’ il modo in cui viene
comunicato il tutto che è la solita sola.
Le start-up, come abbiamo detto, in gran parte falliscono in
pochi anni. Perché falliscono? Perché il “gelato”, per restare all’esempio di
GROM, non piace ai consumatori tanto quanto i fondatori si aspettavano. Oppure
i consumatori non lo vedono così alternativo da preferirlo al gelato della
concorrenza, consolidata da decenni.
In una parola, questa sì davvero magica, i fondatori
dell’azienda devono avere avuto un’IDEA meravigliosa (come il mitico Cesare Ragazzi), un’idea innovativa, magari semplice nelle fondamenta, ma fortemente
innovativa nel modo di proporsi ai clienti.
E l’idea, anzi l’IDEA, non ti viene mettendoti lì a pensare.
L’IDEA viene in viaggio, mentre fai il caffè, mentre butti l’immondizia, mentre
mangi il gelato, mentre giochi a biliardo al bar tra birra e sigarette. L’IDEA
viene per caso, quasi per scherzo a volte, poi ci pensi su, ci ragioni, inizi a
pensare che forse non è così stupida (in fondo il Facebook delle origini
sembrava il cugino sfigato del gigante MySpace), inizi a pensare se saresti in
grado di realizzarla. E poi devi fare i conti, e per quanto possa esserti
innamorato di lei, devi capire se davvero il prodotto che venderai avrà un
prezzo tale da coprire i costi e assicurarti un guadagno. Solo se l’idea passa
questo scoglio, potrai bussare a un fondo di venture capital, che dovrà
verificare se hai fatto bene i conti, e decidere di diventare tuo socio. Si,
socio, perché per credere alla tua idea, il Fondo di Venture Capital vorrà che
anche tu, anzi soprattutto tu, metta i soldini per iniziare. Più soldini ci
metti, più dimostri di credere alla tua idea, oltre a dimostrare di non essere
un truffatore.
Quindi quando leggete frasi del tipo:”Perdi il lavoro? Apri una start-up”, vi stanno prendendo in giro, dato che per la start-up servono,
come detto, IDEE e SOLDI. E nessuna delle due si trova sugli alberi. Quanto ai
soldini che mette il governo, siamo alle solite: brioche a chi invoca il pane.
Mentre si blocca l’intera economia, alzando le tasse, facendo terrorismo
fiscale, facendo di conseguenza recedere i consumi, per miliardi di euri, si immette tra i 50 ed i 100 milioni di euri in fondi di Venture Capital, che così
potranno investire in qualche start-up in più. Start-up, che come ogni altra
impresa, giovane o vecchia, dovrà scontrarsi con un mercato in recessione, studi
di settore, IRAP, norme sul lavoro sempre più assurde, e chi più ne ha più ne
metta.
E quando la montagna avrà partorito il topolino, come per le
presunte liberalizzazioni, la colpa sarà riversata su noi giovani piagnoni che
non abbiamo voluto cacciare qualche decina di migliaia di euri da investire nella nostra
mirabolante start-up. Poi dice che uno si butta a destra…
AGGIORNAMENTO - Alla fine, come potete leggere su Woorkup, proprio la parte più importante, i 50 milioncini di euri, sono saltati... che, avevate forse dubbi che andasse a finire così?
p.s. La cosa si è saputa il 17 ottobre, l'anniversario della decapitazione di Maria Antonietta. La storia si ripete, la prima volta in tragedia, la seconda in farsa.
AGGIORNAMENTO - Alla fine, come potete leggere su Woorkup, proprio la parte più importante, i 50 milioncini di euri, sono saltati... che, avevate forse dubbi che andasse a finire così?
p.s. La cosa si è saputa il 17 ottobre, l'anniversario della decapitazione di Maria Antonietta. La storia si ripete, la prima volta in tragedia, la seconda in farsa.
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