sabato 29 dicembre 2012

Cari italiani, quest'anno avete risparmiato oltre 900 €, o no?


Proprio così, come potete leggere dal comunicato ufficiale del 21 Gennaio 2012 della Federconsumatori e dell'Adusbef, che vedete riprodotto in questi due screenshots, il decreto sulle liberalizzazioni del Governo Monti, vi ha fatto risparmiare ben 946 €.
Come potete verificare dai dettagliati calcoli effettuati dagli ineffabili Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, se siete una famiglia media, con 2,5 componenti, ed una spesa media annua di 29.304 €, avete risparmiato importanti cifre, in particolare avete pagato, ad esempio, 114 € in meno per quel che riguarda le assicurazioni, 116 € in meno per quel che riguarda i carburanti e 48 € in meno per quel che riguarda i trasporti (vedi secondo screenshot qua sotto).


In totale la bellezza di 946 € in meno, o al limite 860 € in meno, dato che la cattivissima casta dei taxisti ha tenuto duro, e non avete risparmiato gli 86 € relativi ai taxi.

Quindi, di cosa vi lamentate tanto del Governo Monti, che come noto, ha salvato l'Italia?



martedì 18 dicembre 2012

#6sicuroche si usa anche il freno? O della Folle Gara dei Blogger...

E venne il giorno della Grande Sfida in Kart tra "Famosi Blogger ed InfluenZer", di cui avevo parlato alcuni post fa. Tra il 27 novembre, in cui avevo scritto il post, ed il 12 Dicembre, la temperatura si era alzata parecchio. In primis Gagliardini e compagnia, per gufarmi, dicevano che fossi il favorito, poi la Abarth ha messo gentilmente a disposizione per il vincitore, niente meno che una tuta da pilota... A quel punto ho detto a me stesso che, stante che sono un fermo modello sequoia, dovevo provarci a vincere!!!

Ampia e qualificata la presenza di noti blogger, che trovate tutti belli taggati sulla fotona di gruppo su Facebook, a cui si aggiungevano nientemeno che un pilota vero, quale Luca911 di Motorionline.com, e l'inquietante Steek Hutzee, che vediamo in foto ritratto col mitico Roberto Red Rossi... Neanche a farlo apposta, entrambi saranno nella mia batteria: i primi 3 di ciascuna batteria accederanno poi alla finalona.
Iniziano le qualifiche, all'inizio ho qualche contatto, poi giro senza essere ingarellato con nessuno, da cui deduco che tanto male non devo aver girato. Finiscono le qualifiche, veniamo indirizzati alla griglia di partenza, dal primo al decimo, e qui, amara sorpresa... sono solo sesto. Oltretutto, la mia parte maschilista calcola che ci sono in gara 2 ragazze, presumibilmente le ultime due, quindi sesto significa terzultimo degli ometti... In realtà le ragazze erano 3, e di loro, Francesca Casadei, si era pure qualificata meglio di me, addirittura col terzo tempo... Gioxx, che mi partirà davanti, ha qualcosa da dirmi su qualche contatto avvenuto in qualifica, io con le braccia mimo "chi? io?" ;-)

Verde, si parte, con Luca911 là davanti e io (col kart numero 20) che cerco di evitare contatti alla prima curva. E un contatto puntualmente avviene, davanti a me, alla staccata del curvone in fondo al rettilineo di partenza. Passo largo, e via, sono già quarto, posso ambire al risultatone! Provo a girare sempre più pulito, dietro di me non riescono ad insidiarmi, ma i tre la davanti sembrano imprendibili. Ed ecco che arriva l'illuminazione... "#6sicuroche non si usa anche il freno?" dico a me stesso... ebbene provo a schiacciare il pedale sinistro in staccata e si, il kart rallenta di colpo, posso impostare le curve a velocità più bassa e così evito di girarmi puntualmente in uscita, soprattutto nel tornantone in fondo al tratto più veloce. I tempi si abbassano drasticamente, il mio tempo migliore sarà, alla fine, meno di 1 secondo e mezzo più lento rispetto al mattatore Gianluca Mauriello, contro gli "AGGHIACCIANDI" 3 secondi e mezzo di ritardo accusati in qualifica. Alla fine un quarto posto tranquillo, e considerato che il vincitore è un "pilota vero", nonchè finto modesto professionista ;-), posso dire di essere stato il terzo tra i dilettanti. Anche se fossi riuscito a sbarcare in finale, nulla avrei comunque potuto contro Gianluca. Mi rimane una figura più che decente, e soprattutto una grande lezione per il futuro: si usa pure il freno!
Stragrazie a 6sicuro.it e ad Abarth per la grandissima idea, e arrivederci al 2013, Maya permettendo... e allenatevi, perchè l'anno prossimo non farò sconti a nessuno ;-)

martedì 4 dicembre 2012

Oybò! Mi hanno mandato 2 calzini diversi...


Proprio così! Il fatto è che Oybò è un'azienda giovanissima, tutta italiana, che produce solo calzini "scoordinati"... o "untuned socks for smart feet", come recita il loro motto.  Il loro sito è un piccolo gioiello di semplicità, stile e usabilità, e anche il loro blog merita una visita. E grazie ad uno dei fondatori, quella specie di elfa di Eusebia Lupu Berlaud, che mi prende in giro per le giacche troppo grandi, eccomi qui pronto a provare i calzini Oybò...
...che arrivano in un elegante pacchetto di cartoncino...


...con davanti il logo simbolo del marchio, e dietro una dedica e le istruzioni...


Anche l'interno del pacchetto è elegante e curato, e questo è il modello inviatomi: TA-TAAAA: Electric Picnic...


...base blu elettrico, che cambia tonalità a seconda della luce... ed eccoci pronti a infilarli...


...ovviamente si adattano e aderiscono come un guanto... eccoli sui miei atletici (come no...) arti inferiori... pronti per essere provati... ad esempio con l'abbigliamento da matrimonio, o da evento aziendale serio, con l'abito blu e la cravatta della Bocconi... per dare un tocco di turbolibberismo alla Oscar Giannetto...


...o all'estremo, il mio abbigliamento rilassato di tutti i giorni, pantaloni e scarpe sportive, per correre al bar a leggere la gazzetta...


...per non parlare del mio (no, la parola outfit non la uso neanche morto) abbigliamento tipico per gli incontri coi clienti: jeans aderenti, scarpa fighetta, camicia bianca e appunto le giacche troppo grandi di cui sopra...


...e poi vogliamo parlare di quando ci si copre abbondantemente perchè fuori nevica, tipo stamattina, e allora si tirano fuori i pantaloni pesanti chiari e gli scarponcini? Con questo look, il calzino untuned, è la morte sua!

Niente da dire, proprio una bella invenzione i calzini scoordinati... e una bella idea regalo per i vostri amici, se sono brillanti e ironici... 


Se queste foto non vi fossero bastate, cosa che sarebbe peraltro inspiegabile, potete vedere la gallery completa della "prova su strada" su Flickr...

sabato 1 dicembre 2012

10 Auto da Salvare dalla Fine del Mondo

Si avvicina sta cavolo di fine del mondo, e quali opere dell'ingegno umano conviene salvare dalla distruzione, nel caso qualche alieno venisse a far visita al pianeta ormai disabitato? Ecco le mie 10 favorite, in ordine alfabetico...

AC Shelby Cobra 



Non avessi messo le mie 10 favorite in ordine alfabetico, la Cobra avrebbe avuto comunque grosse possibilità di essere al primo posto. Tutta curve, impossibile non notarla, con un suono che fa tremare il terreno, e veloce, follemente veloce, per affrontare davvero ogni viaggio come se fosse l'ultimo. La AC Cobra è da sempre in cima alla mia personale wishlist di auto che comprerei avendone la possibilità. Anzi le due auto, la Cobra e la sua rarissima sorellina Cobra Daytona Coupe. Se si può sognare la donna ideale, meglio sognarne una mora e una bionda.



L'Alfa 33 SC 12 Turbo, è stato il canto del cigno dell'Alfa Romeo nei prototipi, ma è forse la colpevole del fatto che amo più le Sport che le Formula 1: nella mia prima pista c'erano 2 di queste, coi fari funzionanti, una rossa ed una blu, invece che 2 Formula 1. Nota sentimentale a parte, la 33 SC 12 Turbo è indubbiamente, oltre che una delle più belle sport della seconda metà degli anni '70, un gioiello di tecnologia, col suo 2200 12 Cilindri Boxer, biturbo, da ben 640 cavalli. Dev'essere tutt'ora una delle wildest possible rides, da guidare. Chissà che un giorno non ci riesca.


L'Alfa 33 Stradale, dal suo canto, devo dirvi perchè mi piace? Uno dei massimi capolavori dello styling automobilistico. Sensazionale da qualunque lato si guardi la sua armonia di curve e contro curve. Ed è anche incredibilmente rara, i geni dell'IRI le preferirono quello scarrafone (per modo di dire), della Montreal...



C'è bisogno di spiegare il perchè ed il percome? La Sport più bella di sempre, col rumore più bello di sempre, il canto del 12 Cilindri di Maranello. Se la fine del mondo mi impedisse di salvarne 10, e dovessi salvarne solo una, non avrei dubbi a salvare LEI...



L'ultima Ferrari costruita "solo" per correre, niente menate sull'inquinamento, niente comodità inutili, niente vezzi tecnici buoni solo per riempire i comunicati stampa, la F40 è la Dea dell'Ira, le sue battaglie con le McLaren F1 GTR sono state uno spettacolo che non ritornerà più. E nessun'altra tuonerà sul rettilineo dei box di Monza come lei...



La modellina inglese con cui avrei tradito la prorompente emiliana di cui sopra. Indubbiamente il migliore styling degli anni '90, e meccanica dura e pura degli anni '80. Non ci sono in questa lista auto più recenti di queste due, non è più stato costruito niente di meglio. L'unica auto di grande produzione di oggi, più leggera di queste due, è la Smart For Two... senza passeggeri...



Countach! Così esclamò Nuccio Bertone quando vide i primi disegni di Marcello Gandini, eravamo all'inizio degli anni '70, di quella che sarebbe diventata la più sensazionale GT per i successivi 25 anni, e che tutt'ora fa sfigurare la maggior parte delle "concorrenti", comprese le Lamborghini successive... sarà un caso che alle gare del Lamborghini Supertrophy, la casa di Sant'Agata Bolognese non ne porta mai nel paddock nemmeno una...



Fantastica quando nacque, vi sfido a trovare un'altra vettura con più di 30 anni ancora così sexy. MILF a quattro ruote, se ce n'è una, nessuna Gruppo 5 è (non) invecchiata così bene, nemmeno la Pantera, nemmeno la Porsche 935, altre non ne parliamo neanche. Mi rubò il cuore quando ero un infante, e me lo deve ancora restituire...




Whatever Lola wants Lola gets... qualsiasi cosa voglia Lola, Lola ottiene... perchè lei è troppo bella e sensuale perchè tu possa stare a pensarci. E se la accontenti ti farà davvero felice... La Lola T70 è il manifesto vivente delle creature di Eric Broadley: dalle un motore coi cavalli "giusti" e lei batterà chiunque. E anche solo la sensazione che ti da, ripassare gli occhi sulle sue linee, ti ripaga delle follie che hai fatto per averla. Whatever Lola wants, Lola gets...

McLaren M1


La prima Sport di Bruce McLaren, fin dall'inizio della leggenda delle "arancioni", un cocktail di prestazioni ed efficienza, vestito in un abito mozzafiato. La macchina di Penelope PitStop, merita sicuramente un posto tra i 10 capolavori da salvare assolutamente, come una di quelle ragazze che conosci da sempre, ma ogni volta che ti ripassano accanto, non puoi fare a meno di girarti a guardarle, e ricorrerle dietro...



Più sopra a proposito della Jaguar XJ220 e della Ferrari F40, dicevo che in questa lista non c'erano auto più recenti. Mentivo. La Mosler MT900R è ancora in produzione ed è senza ombra di dubbio la GT perfetta: cellula dell'abitacolo in fibra di carbonio, abitacolo spazioso e razionale, il mitologico Chevrolet 8 cilindri a fornire tutti i cavalli che si vogliono, portiere che si aprono verso l'alto, e 5 metri di linee eleganti, razionali ed aggressive, che sfido chiunque a migliorare... si cari Maya che non avevate nemmeno inventato la ruota, fatelo pure finire il mondo, tanto il mezzo a 4 ruote definitivo l'abbiamo già costruito...

Porsche 962 


Finite le 10 favorite, qualcheduno sicuramente romperà dicendo che non ho messo nessuna utilitaria, nessuna vettura pratica, metti che sono a Milano, devo andare a Bari, ed ho meno di 3 ore, e quindi nemmeno in aereo, considerando checkin e tutto il resto ce la farei. Ed ecco che torna utile la Porsche 962, traffico permettendo arrivi a Bari in meno di tre ore e ti rimane pure il tempo di farti un panzerotto al forno.

martedì 27 novembre 2012

I blogger si sfidano al volante... si salvi chi può


Proprio così, sono stato invitato dal grandissimo Claudio Gagliardini, a sfidare i più famosi blogger e twitstar in una gara di kart organizzata da 6sicuro.it. La gara è in una data inquietante, il 12/12/12, e non ci crederete, ma il buon Gagliardini è riuscito a pubblicare la cerchia dei partecipanti su Google+ alle 13.13. 


E per me cade a 10 anni da una foto a cui sono a dir poco legato, la foto del mio test con la Formula Renault Campus della Drumel a Misano, con la fighissima tuta metallizzata del team, e uno sguardo a dir poco perplesso...
Quel test mi tolse definitivamente il dubbio: sono un fermo, di quelli imbullonati, quindi nella gara del 12/12/12 cercherò soprattutto di non fare danni. 


Che poi, come nacque quel test, è una storia a se, che un giorno vi racconterò... intanto arrivederci a fra due settimane a Vignate per il Blogger Kart Day di 6sicuro.it ... io a vincere ci provo... vincere non è importante, è l'unica cosa che conta...

lunedì 19 novembre 2012

Italian Allegro, il primo webmagazine in inglese sull'Italia

E' nato in questi giorni Italian Allegro, il primo giornale on line, interamente in inglese, sull'attualità politica ed economica italiana. 
Il nome del blog è ovviamente sarcastico, e la presentazione spiega in breve il motivo di questa scelta. Una nazione che si è cullata per decenni nell'illusione di un benessere apparente, a spese di troppi sprechi e troppo debito scaricato sulle generazioni future, è incapace di attuare la benchè minima riforma (di esami di coscienza non ne parliamo), e il governo tecnico, che doveva agire svincolato dai partiti, sta dando il colpo di grazia al moribondo, coperto dalla gran cassa di una stampa a dir poco compiacente. E a ritmo di Allegro si corre verso la bancarotta e il caos.
Italian Allegro traduce in inglese i più interessanti articoli usciti sui blog italiani, da Huffington Post Italia, L'Indipendenza, Chicago Blog, Mercato e libertà, L'Opinione, oltre ovviamente a pubblicare articoli propri, mirati a spiegare a chi guarda da fuori gli imprevedibili sviluppi del già complicato Bel Paese.
Tra i traduttori c'è anche il sottoscritto, ma ne farei volentieri a meno, viste le assurdità che scopro negli articoli che mi tocca tradurre... dev'essere una forma di masochismo ;-)

giovedì 8 novembre 2012

Celtic, prima solidale e poi killer... una storia da raccontare

La partita di Champions tra il Celtic di Glasgow e il Barcellona, aveva fatto parlare di sè, già dal pomeriggio, per il gesto di solidarietà degli scozzesi verso i catalani, sempre più impazienti di abbandonare la Spagna: sul tetto dello stadio, oltre alla bandiera spagnola ufficiale, è stata esposta la bandiera a strisce giallorosse orizzontali della Catalogna. 
Per il Celtic si trattava di un crocevia "storico": la sfida con la squadra più forte del continente coincideva con l'anniversario dei 125 anni del club biancoverde, e la tifoseria ha confezionato una coreografia mozzafiato, come si può vedere nella foto.
E il destino ha dato una mano agli scozzesi: i blaugrana hanno letteralmente dominato, con un possesso palla imbarazzante, pari all'85%, ma la fortuna non li ha aiutati, con 2 pali colpiti nel primo tempo, mentre il Celtic è riuscito a realizzare al massimo le poche occasioni avute, con il gol di testa di Victor Wanyama e poi l'incredibile opportunità trasformata, direttamente su rinvio del portiere, dal 19enne Tony Watt, al suo debutto europeo. Penso che Watt ricorderà per tutta la vita questa partita. 

Poi mi dite come si fa a non amare questo sport... 



martedì 6 novembre 2012

Quel "pericoloso liberista" di Lao Tzu

Il Tao Te Ching, ossia “Il classico della Via e del Potere (o Virtù)”, è uno dei testi fondamentali alla base della filosofia orientale. Datato attorno a 5 secoli prima di Cristo, è la raccolta di insegnamenti del maestro noto come Lao Tzu, ma i singoli capitoli, potrebbero provenire da diversi famosi saggi. I precetti morali che contiene si rivolgono al singolo individuo, ma si applicano anche alle comunità, seguendo i principi di fondo del Tao, ossia “La Via”.
Quando la visuale si sposta sul governo di uno stato, i principi esposti si conformano in maniera sorprendente a quelli del liberalismo, quando non del vero e proprio liberismo: in altre parole, dal fatto che lo stato non debba avere la presunzione di conoscere il bene del popolo e quindi di decidere per esso; al fatto che la legislazione e l’intervento dello stato va ridotto al minimo, perché ogni tentativo di condizionare i comportamenti dei cittadini, ottiene risultati opposti a quelli che ci si prefigge.
Due fondamenti di pensiero che vengono sempre più calpestati anche in nazioni storicamente liberali, come quelle anglosassoni, ma che in altre nazioni, tipo l’Italia, che hanno subito il fascino del pensiero giacobino, e di conseguenza si sono poi innamorate di tutte le ideologie meno liberali, fanno addirittura paura. E su queste paure si possono facilmente fare campagne populiste e demagogiche, o tecnico-moralistiche, per imporre scelte politiche che dietro una facciata solidarista, etica e collettivista, nascondono i più gretti interessi privati di chi si detiene, o vuole arrivare a detenere, il potere.
Come detto, gli esempi di questa filosofia liberale e liberista, su 81 capitoli, si trovano in ben 16 capitoli, alcuni più espliciti (quelli riportati qui), altri più sottili (che andrebbero contestualizzati, e ce ne occuperemo più specificamente in futuro)… Giudicate voi:

Cap.10 (estratto)
Sei capace di amare e governare il popolo
Senza imporre la tua volonta?

Cap.17 (completo)
I capi migliori sono coloro di cui il popolo
Conosce appena l’esistenza.
Segue il capo che è amato ed elogiato.
Poi quello che è temuto.
Il peggiore è colui che è disprezzato.
Se non si ha fiducia nel popolo,
esso diverrà inaffidabile.
I capi migliori soppesano le parole,
e le usano con parsimonia.
Quando il Maestro ha compiuto l’opera sua,
il popolo esclama:
“Sorprendente! Abbiamo fatto tutto da soli!”.

Cap.18 (estratto)
Quando lo stato cade nel caos,
i politici parlano di “patriottismo”.

Cap. 23 (estratto)
Se non si ha fiducia nel popolo,
il popolo diverrà inaffidabile.

Cap. 30 (estratto)
Chi governa seguendo il Tao
Non usa le armi per imporre la sua volontà.
L’uso della forza causa sempre reazioni imprevedibili.

Cap. 48 (estratto)
Il dominio del mondo si ottiene
Lasciando che le cose seguano il loro corso naturale.
Non si può dominare il mondo modificando
Il corso naturale.

Cap. 57 (completo)
Si governi lo stato con integrità:
le armi da guerra possono essere usate con grande astuzia,
ma la lealtà la si conquista solo con la non-azione.
Come faccio a sapere che le cose stanno così?
Da questo.

Più proibizioni vi sono,
più il popolo sarà povero.
Più armi si possiedono,
più grande sarà il disordine nello stato.
Più sapere si acquisisce,
più cose strane appariranno nel mondo.
Più leggi si promulgano,
più numerosi saranno i delinquenti.

Perciò il Maestro dice:
Io non faccio nulla,
e il popolo diventa buono spontaneamente.
Io ricerco la pace,
e il popolo si prende cura dei propri problemi.
Io non m’intrometto nella vita del popolo,
e il popolo diventa prospero.
Io rinuncio a tutti i miei desideri,
e il popolo ritorna allo stato di legno grezzo.

Cap. 58 (estratto)
Se il governo non è invadente,
il popolo diventa virtuoso.
Se il governo è tirannico,
il popolo diventa sleale.

Cap. 60 (estratto)
Governare un grande stato
È come friggere pesciolini.
Se si attizza troppo il fuoco si rovina la carne.

Cap. 72 (estratto)
Quando il popolo si fa troppo spavaldo,
allora la sventura non tarderà ad arrivare.

Non interferite nella vita del popolo;
rispettandolo, il popolo rispetterà voi.

Cap. 75 (estratto)
Se il popolo ha fame,
significa che il governo impone tasse troppo alte.
Se il popolo si ribella,
significa che il governo è troppo invadente.

Cap. 80 (completo)
I piccoli stati con pochi abitanti sono i migliori.
Date loro tutto ciò che vogliono,
e capiranno di non averne bisogno.
Insegnate loro che la morte è una cosa seria,
e che debbano essere lieti di non lasciare mai
la loro casa.
Anche se hanno cavalli, carri e barche
In abbondanza,
che non sentano il bisogno di usarli.
Anche se hanno armi e scudi,
che non abbiano motivo di esibirli.
Lasciate che il popolo gioisca dei semplici
Strumenti,
che trovi buono il cibo,
che produca le proprie vesti,
che si accontenti delle proprie case,
e che gioisca dei propri costumi.
E sebbene vi sia un villaggio tanto vicino
Da udire il canto dei galli e l’abbaiare dei cani,
che gli abitanti non arrivino mai a frequentarsi.





martedì 30 ottobre 2012

#Twistory, il nuovo strumento per monitorare le discussioni su Twitter, provato in anteprima

Sono stato invitato a provare, in anteprima, Twistory, il nuovo strumento ideato da Manafactory per monitorare le discussioni su Twitter. Di cosa si tratta? Si tratta di un sistema che ci permette di salvare i tweet, relativi ad argomenti che noi decidiamo, provenienti da una determinata area geografica, e poi di studiarli, dividendoli tra positivi, negativi o neutri (il cosiddetto sentiment), o correlandoli a keywords specifiche (per vedere ad esempio, se la parola “Italo” è più collegata ad un politico o ad un treno).
Una volta assegnati questi sentiment e queste keywords, si possono ottenere grafici statistici per capire se il prodotto o il nome che stiamo analizzando è visto più positivamente o negativamente, e come si colloca, sotto lo stesso punto di vista, rispetto ad esempio ai prodotti concorrenti.
Alla base c’è ovviamente l’analisi quantitativa, che ci permette di valutare quante volte un certo nome viene nominato, la sua share of voice, la sua share in relazione alle keywords che abbiamo scelto, i twittatori più influenti, e così via.
In ultimo, c’è uno strumento graficamente molto efficace: la geolocalizzazione dei tweet. Nella mappa in basso si può vedere ad esempio quante volte, oggi 30 ottobre, è stato nominato l’aglio su twitter, e in quali località. Il numero all’interno dei pin rappresenta il numero dei tweet relativi alla località, e cliccandoci si possono pescare e leggere tutti i tweet specifici.
E’ evidente l’utilità per valutare, già a colpo d’occhio, la diversa percezione di un prodotto, o magari di un partito politico, su diverse città e zone geografiche.

In cosa differisce Twistory da altri strumenti di analisi del passaparola online?
Intanto nel fatto che è specifico solo per Twitter: permette una velocità d’intervento maggiore rispetto a sistemi più completi. Non va a sostituirsi a software più complessi, ossia che monitorano anche blog, forum, siti di Q&A, facebook, etc., ma permette di “stare dietro” a Twitter, che presenta dinamiche velocissime, e spesso fa da eco ai “sintomi” di crisi che avvengono su blog, siti e pagine Facebook. Ad esempio, si scatena una polemica sulla pagina Facebook della mia azienda, magari nei commenti a un vecchio post, e la gente ne parla subito su Twitter. Oppure esce un post diffamatorio sulla mia azienda, in un blog, e i lettori di quel blog iniziano a twittare il link all’articolo, che ritengono, in buona fede, meritevole di diffusione. In entrambi i casi, me ne accorgo praticamente in tempo reale, e posso subito preparare la strategia di risposta (o di non risposta, a seconda dei casi).
In secondo luogo, chi fa da consulente per grandi aziende, può settarlo, e lasciare che l’azienda cliente possa accedere anche in proprio, occasionalmente, per commentare insieme, anche via telefono o chat, qualche situazione.


lunedì 29 ottobre 2012

Hai un desiderio da realizzare prima della fine del mondo?


Proprio così. Vuoi lanciarti col paracadute? Uscire a cena con la tua attrice preferita? Fare una giornata di shopping con una carta di credito illimitata? Quale che sia l'ultimo sfizio che vuoi toglierti prima della fine del mondo pronosticata da quei mattacchioni dei Maya, "2012 Prima di morire", la nuova trasmissione di La3TV, condotta dall'ex Jena Jacopo Morini, e dalla Youtube star Frank Matano, si prodigherà per realizzare il tuo desiderio. La prima puntata andrà in onda martedì 30 ottobre alle 22.30. Per indicare il tuo ultimo desiderio, basta andare sul sito 2012PrimadiMorire.com e registrarti.
Se poi vuoi lasciare un messaggio per la persona che ami, e fare in modo che il messaggio sopravviva alla fine del mondo, c'è sempre Last Message from Earth...


lunedì 15 ottobre 2012

Riprendiamoci la sovranità monetaria, e chi se ne frega dell’inflazione! O no?


Il “succo” di questo post, riveduto e corretto, si può leggere su Lacritica.org, per chi vuole godersi la versione integrale, può andare avanti a leggere ;-)

"Riprendiamoci la sovranità monetaria, e chi se ne frega dell’inflazione!" 
E’ uno dei mantra più ricorrenti degli ultimi mesi: perché strozzarsi per mantenere in vita l’euro, moneta imposta alla maggior parte degli europei senza alcun referendum, quando con le monete nazionali si stava così bene?
Questo ragionamento, in varie sfumature, è propagato da politici ed “esperti” di tutte le estrazioni, dall’estrema destra, all’estrema sinistra, passando per l’estremo centro: nel mirino sempre l’Europa matrigna, che obbliga gli stati membri a mettere una pezza ad un indebitamento insostenibile, quando si potrebbe stampare euri (o lire, o dracme, o pesetas) e rimborsare così, a costo zero, i BOT ai risparmiatori dei rispettivi paesi.
E’ davvero così semplice la soluzione?

Facciamo una serie di premesse:
1) L’Unione Europea è una costruzione non democratica (la Commissione Europea non è eletta dai cittadini, e il Parlamento Europeo non serve a niente), ma molto costosa e molto poco liberista nel gestire il denaro dei cittadini, o meglio degli euro-sudditi
2) L’Euro, inteso come moneta, ha i suoi difetti, e forse sarebbero utili i famosi EuroBond (titoli di stato europei), ma a suo tempo si decise diversamente, perché evidentemente ai singoli stati faceva comodo così
3) Il Governo Monti è indifendibile, ma per ragioni opposte a quelle che demagogicamente gli vengono opposte: a differenza che in Spagna o Grecia, in cui qualche piccolo taglio alla spesa pubblica è stato fatto, il Governo Monti non si sogna di tagliare alcuno spreco, per la gioia dei partiti che non vedono l’ora di ricandidarlo, e della supercasta dei dirigenti pubblici, di cui lui e tutti i ministri sono degni rappresentanti, mentre la tassazione, e la persecuzione anche dei non evasori, vengono elevate a livelli insostenibili, e la riforma del lavoro, lungi dal rendere più facili i licenziamenti, ha invece reso molto più difficili le assunzioni.

In una parola, non mi sogno di difendere una certa costruzione dell’Unione Europea, e men che meno un governo indifendibile, ma invocare l’uscita dall’euro per stampare moneta “a uffa”, è un modo molto furbo per NON affrontare i problemi che sono alla base della crisi dei debiti nazionali: sprechi di denaro pubblico, inefficienze, parassitismo, corruzione, soffocamento della libera impresa, che poi è l’unica vera fonte di entrate dello Stato, attraverso le tasse.

Perché è un modo furbo per non affrontare i problemi? Facciamo uno schema
1)      Il debito pubblico non è un monolite venuto giù da un altro pianeta, e men che meno una macchinazione delle cattive banche plutogiudaicomassoniche. Come per il debito che può accumulare un qualsiasi cittadino, è semplicemente l’accumularsi di spese maggiori alle entrate.
2)      Perché ci sono state spese maggiori delle entrate? In primo luogo perché la macchina statale spende male i soldi delle tasse dei cittadini: siamo o non siamo la nazione delle centinaia di ospedali, strade, stadi, porti ed aeroporti incompiuti? In secondo luogo per un modo sbagliato di incentivare le attività produttive: si preferisce finanziare le singole imprese improduttive, invece di sfruttare questi fondi per abbassare le tasse a tutte le imprese, facendole crescere tutte.
3)      Perché il denaro pubblico è stato speso così male? Perché l’eccessiva burocrazia e la creazione di posti di lavoro fintamente privati servono a mantenere e incrementare il potere della famosa “casta”, ossia dei politici nazionali e locali, attraverso la creazione di clientele e serbatoi di voti.
4)      Qual è, di conseguenza, l’unico modo sensato di diminuire il debito pubblico? Semplice: tagliare gli sprechi, diminuire l’estensione ed il potere della burocrazia, e abbassare, di conseguenza, le tasse. Si, abbassare le tasse: con un’imposizione fiscale reale superiore al 70% (altro che il 45-55%, seppur scandaloso, ufficialmente riconosciuto), l’unico modo per far riprendere la gente a respirare, investire, consumare, assumere, è allentare questa rapina. Se l’economia cresce, le entrate fiscali crescono di conseguenza, essendo una percentuale del Prodotto Interno Lordo, o PIL: se cresce questo, aumentano quelle, contribuendo così a permettere di abbassare il debito pubblico. 


Cosa dicono invece i profeti della “Sovranità Monetaria”? 
In estrema sintesi dicono che, uscendo dall’euro, ed avendo le lire, si potrebbe ripagare il debito pubblico stampando moneta. Sanno già che sarebbe una moneta più debole dell’Euro, e che quindi tutti i beni d’importazione ci costerebbero di più, a cominciare dal petrolio e dal gas, ma affermano che le esportazioni italiane si riprenderebbero, dato che le merci italiane costerebbero meno, e quindi l’economia tornerebbe a crescere, e con questa il numero di posti di lavoro. 
E’ proprio così? Si e no. Ossia, giocare con il mercato è sempre un male: nel nostro caso ad un impoverimento concreto della popolazione (se aumenta il costo del petrolio, aumentano, immediatamente, oltre alle bollette, proprio il pane, la pasta ed i prodotti agricoli, ossia la base dell’alimentazione, a causa dell’aumento dei costi per alimentare trattori e camion), e dello stesso governo (che comunque deve pagare spese di energia elettrica e di carburante per migliaia e migliaia di edifici pubblici e mezzi di trasporto e delle forze dell’ordine), si accompagnerebbe un lieve incremento delle entrate fiscali (svalutate), dovuto alla ripresa dell’economia (in quantità di prodotti, più che in valore). 
Dov’è la fregatura? La fregatura è che queste maggiori entrate, se non si smagrisce l’enorme macchina statale, e non si riforma il modo in cui viene speso il denaro pubblico, verrebbero sprecate immediatamente, creando altri parassiti ed altri clientes, vanificando immediatamente l’effetto positivo delle maggiori entrate. 
In ultima conseguenza, il debito pubblico rimarrebbe inalterato, costerebbero di più gli interessi sullo stesso, e verrebbero alzate ancora di più le tasse per farvi fronte, ri-strozzando l’economia.
Risultato ultimo: stessa situazione di prima, ma ancora meno sostenibile per le casse pubbliche, e popolazione ancora più, e di molto, impoverita. 

L’inflazione, come si usa dire, è una tassa occulta: lo stato prima fa debiti, che cerca di coprire alzando le tasse; quando queste non bastano più, svaluta la moneta, col risultato che qualsiasi prodotto compriate vi costa di più, come se pagaste una tassa ulteriore su tutti i prodotti. E poi vi chiederà ancora tasse, perché il giochetto sarà durato molto poco. Quindi l’inflazione è una tassa pagata 3 volte. 

L’unica condizione per cui può essere usata questa “medicina”, è che nel frattempo lo stato riduca di molto le sue spese, di modo che l’espansione delle esportazione e la crescita della produzione industriale, si consolidino, attraverso una diminuzione delle tasse. 

Se vi dicono che bisogna solo stampare denaro, per ripagare il debito pubblico, e non vi dicono che nel contempo deve dimagrire, e di molto, la macchina statale, vi stanno prendendo in giro. Vi portano a ritenere la cattiva Europa, o la cattiva Merkel (ha pure lei le sue colpe, ma non questa), i colpevoli della contrazione dell’economia, ma stanno solo difendendo le loro rendite e il loro parassitismo. 

La morale è sempre quella: non cascate nella trappola, e chiedete che vengano diminuite le dimensioni dei consigli regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali; che non esistano pensioni per cui non sono stati pagati adeguati contributi; che non ci siano rimborsi spropositati per i partiti (eliminarli del tutto è demagogia, non controllarne l’entità è complicità al saccheggio); invocate che vengano liberalizzati tutti i servizi pubblici, altro che le battaglie demagogiche sull’acqua pseudo pubblica; pretendete che vengano smobilitate tutte le aziende e gli immobili di stato che lo stato non è capace di far fruttare adeguatamente. E che la piantino con le authority, che continuano ad aumentare, e le consulenze agli enti pubblici: spese discrezionali, finalizzate solo a sperperare denaro pubblico a beneficio dei grandi elettori di questo o quel politico. 

In una parola ABBATTERE GLI SPRECHI, e ABBASSARE LE TASSE. Il resto è solo fumo negli occhi…






sabato 13 ottobre 2012

Le tasse sono una cosa bellissima! O no?


Lo sapevate che tutti i grandi imperi della storia sono crollati per motivi fiscali? Lo sapevate che i più sagaci pensatori della storia, da Sant’Agostino a Oscar Wilde, erano tutt’altro che fans dello Stato? Che persino quei bonaccioni dei Beatles cantavano una canzone molto sarcastica sulle tasse?
Siete sicuri che se tutti pagassero tutte le tasse, tutti pagherebbero meno tasse? Siete sicuri che la spesa pubblica aumenti meno del gettito fiscale? Siete sicuri che i servizi pubblici sono sempre più economici di quelli privati? Sapevate che 7 italiani su 10 sono a favore del carcere per gli evasori, ma poi 5 su 10 sono contrari ai metodi di Equitalia? Sapete che la categoria professionale che evade di più è forse l’ultima che vi verrebbe in mente?
E dulcis in fundo, sapete quanto pagava di tasse Padoa Schioppa, quando disse che le tasse sono bellissime?

Facco inanella citazioni, dati, fatti e ragionamenti, per farci riflettere su chi sia più ladro, tra l’evasore che cerca di difendere il frutto del suo lavoro, e lo Stato, che attraverso i suoi rappresentanti non fa che appropriarsi dei denari estorti ai cittadini coi noti metodi di Equitalia. Facco si alterna sul palco col mitico Pongo, una carriera di comico satirico che è passata per il mitico Drive In, ed in seguito per l’avventura corsara di Zona Franca di Gianfranco Funari, dove Pongo commentava in musica i fatti del giorno, in quei primi anni ’90 in cui tante cose cambiarono. Pongo suona, canta, recita, e poi introduce… no, non voglio rovinarvi la sorpresa, dico solo che Pongo dà il via ad uno dei momenti più interessanti dello show, uno dei più importanti cambi di binario delle due ore che volano via senza che ve ne accorgiate. Oggi sabato 13 Ottobre, e domani Domenica 14 Ottobre 2012, è ancora possibile vedere, al Teatro della Memoria, “Le Tasse sono Bellissime”. Perché lo sono, vero? O no?

sabato 29 settembre 2012

Il popolo non ha lavoro! Che mangino start-up - AGGIORNATO

Maria Antonietta mentre twitta la famosa frase:"Il popolo non ha il pane? Che mangino Brioches"


Proprio così, a quanto si premura di farci sapere la stampa allineata e coperta, dopo le liberalizzazioni che dovevano far crescere il PIL del 10%, la riforma del lavoro che doveva facilitare le assunzioni, la nuova parola magica con cui il governo farà esplodere il PIL, si chiama Start-Up. E il messaggio su cui si batterà sarà quello dell’articolo linkato: “Perdete il lavoro? Aprite una start-up!”. Il Governo ha creato una task-force apposta per finanziarvi!
Bello, anzi bellissimo, e voi che vi lamentate sempre del Governo. Ma cosa si intende realmente per start-up?
Per start-up si intende, in estrema sintesi, una società di nuova fondazione. Cosa fa una start-up? Anche se normalmente si identifica con nuovi servizi web, una start-up può anche essere una società che opera in settori tradizionali, tipo l’alimentazione, e magari inventa un modo più figo di vendere i gelati, vedi la benemerita GROM.
Di cosa ha bisogno una nuova azienda? Normalmente ha bisogno, per svilupparsi, di più soldini di quelli che hanno a disposizione i suoi fondatori. Per questo motivo la start-up bussa ai venture capitalist, vale a dire ricchi investitori, che oltre ad investire in tante attività relativamente sicure (titoli di stato, fondi azionari, e le loro stesse consolidate aziende), siano disposti a diventare soci di una nuova azienda di cui capiscono le enormi potenzialità di guadagno, in modo da vedere ripagato l’enorme rischio d’impresa che qualsiasi start-up comporta. Si, perché le imprese innovative, nella stragrande maggioranza dei casi, non si dimostrano in grado di fare utili, e chiudono in pochi anni, mentre altre sopravvivono, ma senza fatturati e utili molto superiori alle somme investite per fondarle.
Per ammortizzare questo rischio, i venture capitalist creano dei fondi appositi, in cui entrano vari investitori, e questi fondi utilizzano il denaro raccolto per entrare in un largo numero di start up, accuratamente selezionate in base al loro piano industriale (il mitologico business plan): la maggior parte delle imprese fallirà, ma quelle poche che esploderanno, ripagheranno coi loro utili i soldi persi con quelle andate male.
Il Ministro Passera ha quindi promesso di investire soldini sonanti in fondi di venture capital, in modo che questi fondi abbiano più denaro per entrare a loro volta in più start up.
Troppo bello per essere vero, eh? Chi non vorrebbe un governo così giovanile, rampante e lungimirante? Dov’è la fregatura?
La fregatura, in teoria non c’è, a parte la solita giungla di condizioni, lacci e lacciuoli che i "tecnici" sembrano amare quanto i politici. E’ il modo in cui viene comunicato il tutto che è la solita sola.
Le start-up, come abbiamo detto, in gran parte falliscono in pochi anni. Perché falliscono? Perché il “gelato”, per restare all’esempio di GROM, non piace ai consumatori tanto quanto i fondatori si aspettavano. Oppure i consumatori non lo vedono così alternativo da preferirlo al gelato della concorrenza, consolidata da decenni.
In una parola, questa sì davvero magica, i fondatori dell’azienda devono avere avuto un’IDEA meravigliosa (come il mitico Cesare Ragazzi), un’idea innovativa, magari semplice nelle fondamenta, ma fortemente innovativa nel modo di proporsi ai clienti.
E l’idea, anzi l’IDEA, non ti viene mettendoti lì a pensare. L’IDEA viene in viaggio, mentre fai il caffè, mentre butti l’immondizia, mentre mangi il gelato, mentre giochi a biliardo al bar tra birra e sigarette. L’IDEA viene per caso, quasi per scherzo a volte, poi ci pensi su, ci ragioni, inizi a pensare che forse non è così stupida (in fondo il Facebook delle origini sembrava il cugino sfigato del gigante MySpace), inizi a pensare se saresti in grado di realizzarla. E poi devi fare i conti, e per quanto possa esserti innamorato di lei, devi capire se davvero il prodotto che venderai avrà un prezzo tale da coprire i costi e assicurarti un guadagno. Solo se l’idea passa questo scoglio, potrai bussare a un fondo di venture capital, che dovrà verificare se hai fatto bene i conti, e decidere di diventare tuo socio. Si, socio, perché per credere alla tua idea, il Fondo di Venture Capital vorrà che anche tu, anzi soprattutto tu, metta i soldini per iniziare. Più soldini ci metti, più dimostri di credere alla tua idea, oltre a dimostrare di non essere un truffatore.
Quindi quando leggete frasi del tipo:”Perdi il lavoro? Apri una start-up”, vi stanno prendendo in giro, dato che per la start-up servono, come detto, IDEE e SOLDI. E nessuna delle due si trova sugli alberi. Quanto ai soldini che mette il governo, siamo alle solite: brioche a chi invoca il pane. Mentre si blocca l’intera economia, alzando le tasse, facendo terrorismo fiscale, facendo di conseguenza recedere i consumi, per miliardi di euri, si immette tra i 50 ed i 100 milioni di euri in fondi di Venture Capital, che così potranno investire in qualche start-up in più. Start-up, che come ogni altra impresa, giovane o vecchia, dovrà scontrarsi con un mercato in recessione, studi di settore, IRAP, norme sul lavoro sempre più assurde, e chi più ne ha più ne metta.
E quando la montagna avrà partorito il topolino, come per le presunte liberalizzazioni, la colpa sarà riversata su noi giovani piagnoni che non abbiamo voluto cacciare qualche decina di migliaia di euri da investire nella nostra mirabolante start-up. Poi dice che uno si butta a destra…

AGGIORNAMENTO - Alla fine, come potete leggere su Woorkup, proprio la parte più importante, i 50 milioncini di euri, sono saltati... che, avevate forse dubbi che andasse a finire così?
p.s. La cosa si è saputa il 17 ottobre, l'anniversario della decapitazione di Maria Antonietta. La storia si ripete, la prima volta in tragedia, la seconda in farsa.

giovedì 27 settembre 2012

Gli italiani non scendono in piazza a protestare?

Anche tu ti chiedi perchè gli spagnoli e i greci protestano e gli italiani no? Ci sono vari motivi, ma intanto, se pensi che l'eccessiva tassazione, la burocrazia invadente ed ottusa, e la politica inconcludente, siano il cancro che sta condannando aziende anche sane a chiudere, facendo perdere il lavoro a milioni di lavoratori, è ora che ti segni il 24 Ottobre sul calendario. Imprese che Resistono invita a Torino tutti: imprenditori, dipendenti, cittadini, a manifestare per far sentire la voce di chi lavora, e vorrebbe "solo" essere lasciato lavorare. Imprenditori e dipendenti sono sulla stessa barca, e Imprese che Resistono è un'associazione di imprenditori che resistono soprattutto alle sirene della Svizzera e dell'Austria, che li accoglierebbero a braccia aperte, facendogli pagare meno tasse, soprattutto perchè non vogliono lasciare in mezzo ad una strada i loro dipendenti. Il problema dell'Italia non è la cattiva Merkel o la cattiva Europa, tutt'altro: la Merkel e l'Europa sono le scuse del governo per aumentare oltre la pressione fiscale senza tagliare minimamente gli sprechi della macchina pubblica. Per non parlare della favola secondo cui gli evasori sarebbero la causa del dissesto della finanza pubblica e addirittura della crisi (Befera dixit). E le tasse eccessive toccano tutti, autonomi che vedono azzerato il loro utile e dipendenti che vedono il loro stipendio più che dimezzato dalle tasse. Ed entrambi sottoposti a metodi di accertamento fiscale che ormai servono solo a fare cassa, con qualsiasi metodo, più che a riscontrare effettivi danni erariali. Se sei stufo di tutto questo, hai l'occasione di far sentire anche la tua voce. Imprese che resistono non fa capo ad alcun partito ed alcuna associazione, e le sue proposte concrete sono chiaramente visibili sull'Homepage del sito. Non hai più scuse, se vuoi cambiare le cose, il 24 Ottobre hai l'occasione per farti sentire!

lunedì 17 settembre 2012

Politica: nasce il partito "Forza Evasori"

In una nazione in cui Renzi e Bersani passano per liberisti, e Monti per liberista selvaggio, nasce finalmente un partito liberista davvero, al 100%. Il nome è provocatorio, dovuto al fatto che il governo, da un lato non vuol saperne di tagliare i costi della macchina pubblica, dall'altro addita demagogicamente i presunti evasori come causa prima della crisi economica. Facendo passare il concetto, smentito dai fatti, che recuperando l'evasione, tutti pagherebbero meno tasse. Come se un ladro, che riuscisse a rubare più denaro, smettesse per questo di fare il ladro e buttar via i soldi che riesce ad arraffare. 
L'idea è venuta a Leonardo Facco, giornalista ed editore da sempre studioso di tutti i temi afferenti la libertà, deluso come molti italiani dalle promesse, ormai "tremontate", fatte dal polo di centrodestra, di ridurre le tasse e rendere più efficiente la macchina statale. Ultima ed unica speranza, neanche a dirlo, di rilanciare un'economia che deve già confrontarsi con nazioni con costi inferiori e infrastrutture più efficienti, e viene invece ulteriormente gravata da un prelievo fiscale insopportabile (dal 70% al 84% reale) applicato con metodi violenti ed arroganti. 
Il primo embrione di programma vede quindi alcuni punti fondamentali:
  • abbassamento drastico della pressione fiscale; 
  • dimagrimento altrettanto drastico del personale pubblico, con abbondanti incentivi a chi riassume il personale di provenienza pubblica; 
  • vendita di grosse fette del patrimonio pubblico, per contenere di conseguenza l'ormai insostenibile debito pubblico
  • divieto allo stato di interferire nel sistema bancario e monetario; 
  • riforma totale del sistema pensionistico (tanto accumuli coi contributi, tanto prenderai come pensione); 
  • eliminazione del sostituto d'imposta (il datore di lavoro smette di essere complice dello stato ladro nel tassare i lavoratori dipendenti, e questi ultimi si rendono conto di quanto effettivamente pagano di tasse); 
  • eliminazione totale della scuola pubblica, previa abolizione del valore legale del titolo di studio; 
  • abolizione dei sussidi alle aziende ed alle associazioni di volontariato; 
  • eliminazione di ogni rapporto costituzionalizzato tra religioni e stato. 

Lo scopo ovviamente è riportare l'economia a crescere, riattivando gli investimenti, l'occupazione, e liberare i primi e la seconda, dalle pluridecennali zavorre costituite dagli sprechi e dalle inefficienze dello stato.
Riuscirà a motivare i cittadini che oggi sono delusi da tutta la vecchia classe politica, e che sono alla ricerca di un'alternativa che non sia quella della protesta cieca e demagogica?

giovedì 6 settembre 2012

Zanardi, Brands Hatch... e io

Per una delle incredibili coincidenze del destino, Zanardi ha vinto la cronometro della Handbike, alle Paralimpiadi, proprio sul circuito di Brands Hatch, dove, come ci ricorda il bell'articolo di ItaliaRacing.net, aveva conquistato la sua prima Pole Position in Formula 3000, nel 1991. Non è casuale che la prima pole fosse venuta proprio lì: Brands Hatch è uno dei circuiti più folli d'Europa, a suo modo più difficile di Spa o Imola, per i continui cambi di pendenza, che rendono un'incognita qualsiasi delle numerose curve che lo compongono. Per non parlare dell'incognita di tutte le piste britanniche, che si chiama "continui cambi di tempo". Chi la conosce già, ha in tasca 5-8 decimi rispetto a chi corre per la prima volta su questo circuito. Se  uno "sbarbato" si impone a Brands Hatch, è uno sbarbato con stoffa da vendere, cosa che poi Zanardi dimostrerà alla grande vincendo, anzi dominando, 2 Campionati Champcar col Team Ganassi. Il caso ha voluto che anche l'unica volta che ho avuto il piacere di parlare con Zanardi, è stato proprio a Brands Hatch, nella gara del Mondiale Turismo 2006 (gara a cui si riferisce la foto), e fece un paragone che mi fa venire da ridere ogni volta che ci ripenso. Stavamo commentando una sessione di prove, che era stata, tanto per cambiare, bagnata, e lui mi disse "Si poi col bagnato, se hai una macchina a trazione anteriore, lo sai, è più facile, se la perdi tiri un po' su il piede... con la trazione posteriore, se la perdi, vedi la Madonna in bicicletta..."
Se lo rivedo gli chiedo se si riferiva già all'Handbike...

domenica 26 agosto 2012

Un Kebab contro gli abusi dello stato - AGGIORNATO

Gentile Sig. Monti, apprendo da lei, che il primo problema dell'Italia, quello per cui onesti artigiani e anche dipendenti che hanno perso il lavoro si tolgono la vita (scusi la demagogia, ma ha incominciato lei), sarebbe l'evasione fiscale. Chi se ne frega se lei per primo sta incrementando gli sprechi di denaro estorto ai cittadini coi noti metodi di Equitalia, al di là di ripetutamente annunciati tagli, di dimensioni peraltro risibili. Lei ci dice che la prima rovina dell'Italia sarebbe l'evasione fiscale, e che sta conducendo una guerra contro questa piaga. Mi sembra di capire che in quanto guerra, lei e tutti gli organi dello stato che lei degnamente indirizza ed ispira, vi sentite autorizzati ad utilizzare tutti i mezzi, in primis quelli sleali. Tipo quello che potete leggere cliccando sulla foto. Un kebabbaro di Padova, con licenza per l'asporto di pizza e kebab, si vede multato 2 volte dai vigili, per complessivi 2000 €, perchè due clienti hanno preferito consumare il prodotto all'interno del locale invece che fuori.
Lascio al lettore tutti i commenti. I miei temo che sarebbero troppo pittoreschi per le sue sobrie orecchie.
Se questo è il modo in cui uno stato (ministeri, provincie, regioni, comuni, enti vari) incapace di tagliare i propri sprechi, intende fare cassa, beh sappia che i cittadini contribuenti non intendono subire oltre questi soprusi.
Giovedì 30 Sabato 1 sera faremo un gesto dimostrativo, ironico, come è nella natura di noi pericolosi liberisti: il Tea Party invita tutti i cittadini che non condividono queste rapine di stato a mangiare un kebab, nel locale di Via del Santo, a Padova. Basta paralizzare l'attività di chi investe e rischia in proprio con le pretese di una burocrazia ottusa. Basta trattare i cittadini con metodi polizieschi degni delle peggiori dittature medio-orientali. Basta incrementare il già spropositato gettito fiscale con ispezioni fiscali che nella migliore delle ipotesi bloccano l'attività lavorativa di negozi ed imprese.
Chiunque vuole sapere se ci sono altri modi, più sensati, di ridimensionare il debito pubblico e rimettere a posto i conti dello stato, è invitato a venire a fare due chiacchiere di persona.
Buon Kebab e Coca Cola a tutti!

AGGIORNAMENTO - Il Kebab di protesta è posticipato a SABATO 1 SETTEMBRE, scrivere a teapartyveneto@hotmail.it per informazioni

venerdì 24 agosto 2012

Quel politico che piaceva tanto agli esperti di Social Media


C'era una volta un noto politico sempre sulla cresta dell'onda. Piaceva tanto agli elettori della sua sponda politica, i suoi compagni di partito mietevano successi a destra e a sinistra (geograficamente parlando) e i suoi fan affollavano le sue pagine "Social" su Facebook e Twitter, indipendentemente dagli effettivi meriti come amministratore. Gli esperti di Social Media (una categoria che in Italia ha superato la percentuale, sul totale degli occupati, degli addetti all'agricoltura) si sbracciavano a lodarne le grandi capacità di comunicazione e di gestione del rapporto con gli elettori. Persino in caso di piccole ed innocenti gaffes, si premuravano di farci sapere quanto fosse bravo a "presidiare il mezzo". Gente che ci ricorda ogni giorno che nel Social Media Marketing i numeri di fan e di follower significano relativamente poco, godevano a ripubblicare, mensilmente o anche meno, classifiche in cui questo genio della comunicazione, era uno dei primi per numero di fan e follower. Stesso discorso per i suoi compagni di partito. Non che volessero adularli, o tirare loro la volata alle elezioni, e men che meno aspirassero a farsi assumere come consulenti. Ma quando mai? Cosa andate a pensare?
Un brutto giorno (come succede in tutte le favole), il noto politico si trova per le mani una patata davvero bollente, di quelle che non si possono risolvere con le chiacchiere pseudo-intellettuali o con la facile demagogia, men che meno quando hai illuso gli elettori di poter far piovere champagne dal cielo, o quantomeno Primitivo di Manduria. Da quel giorno sfortunato, i fans su Facebook iniziarono a diminuire a botte di centinaia al giorno, e i commenti sulla pagina Facebook diventarono quasi totalmente negativi. Non contento, il grande esperto di comunicazione, continuava ad aggiornare la sua pagina come niente fosse, annunciando ad esempio, la partecipazione ad eventi politici che avevano nessuna connessione con le zone che si trovava a governare, accentuando ancora di più la delusione dei suoi fans. E dimostrando di non "presidiare" così tanto e così bene "il mezzo". Oh, secondo voi i grandi esperti di Social Media se ne accorsero? Qualcuno che scrivesse qualche post sul proprio blog per informarci della rivolta in atto? Qualcuno che alzasse il telefono e cristianamente gli consigliasse di mettere una pezza?

Ovviamente è tutta una favola, totalmente frutto di fantasia, ogni riferimento a cose, persone o fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale...

mercoledì 22 agosto 2012

Sei stato lasciato? Un bicchiere di plastica può cambiarti la vita

Proprio così, quando veniamo lasciati, a meno che non aspettassimo altro, cadiamo in una situazione di depressione o rabbia. Nel caso delle donne è più frequente la depressione, nel caso più raro della rabbia, è meglio scappare… Nel caso degli uomini i due aspetti sono ugualmente frequenti e possono anche coesistere. Praticamente tutte le donne appena gradevoli fisicamente, hanno subito almeno una volta nella vita, delle attenzioni indesiderate, troppo insistenti.
In ogni caso, prima ce ne facciamo una ragione, prima troveremo altri partner, magari migliori di quello appena perso. Un bicchiere di plastica ci può aiutare. Tanti anni fa, lavoravo in un azienda, in cui uno dei commerciali, brillante beccaccione con una vita sociale molto “attiva”, fu oggetto di stalking da parte di una donna davvero terribile, che veniva anche ad aspettarlo sotto l’ufficio.
Parlando di questo fatto, fece un ragionamento che persino io, nel mio noto pragmatismo, bollai dentro di me, come “Tipica frase sborona da single incallito”. Per dimostrare quanto fosse illogico “fissarsi” ossessivamente su una persona, prese la prima cosa che gli capitò a tiro sul tavolo, nello specifico un bicchiere di plastica, e disse “Fissarsi a volere una sola persona, e solo quella, è come prendere questo bicchiere e dire <<voglio solo questo, non esistono altri bicchieri che mi possano andare bene, o questo o niente>>”.
Si lo so, state inorridendo per il paragone tra un essere umano per cui il vostro sguardo si illumina, ed un banale bicchiere, nemmeno di vetro.
Eppure, fatte le dovute differenze, le situazioni sono paragonabili. Uno degli aspetti che ci mettono paura, quando veniamo lasciati, è la certezza, che abbiamo in quel momento, che NESSUNO al mondo ci piacerà come la persona che abbiamo appena perso.
Detto in altri termini, tra 3 miliardi di uomini o di donne che ci sono al mondo, ci sembra razionale che nessuno di questi 3 miliardi, possa piacerci altrettanto (per non dire di più) dell’ex-partner. Da qui depressione, tentativi più o meno patetici di riavvicinare la persona amata, fino ai comportamenti tristemente noti come stalking, che sono molto più frequenti di quel che si può pensare. La cultura pseudo-romantica in cui viviamo (canzoni, film, poesie strappalacrime) ci fanno radicare in questa mentalità secondo cui possiamo essere felici solo con una certa persona, e questo finisce per rovinare la vita a noi stessi ed al/alla ex.
Beh, è successo anche a me di perdere una persona che amavo moltissimo, e per quanto mi piacesse da morire, alla teoria del bicchiere di plastica ogni tanto ci pensavo. Lottavo con me stesso perché non ritenevo possibile trovare una persona altrettanto meravigliosa. Il ricordo del bicchiere di plastica sul tavolo del collega serviva a rammentarmi di quanto sia irrazionale questa convinzione.
Prima ci chiederemo se è davvero possibile che non possa esistere, tra 3 miliardi di individui dell’altro sesso, qualcuno come la persona che abbiamo perso, e prima torneremo a vivere. Prima torneremo a vivere, prima troveremo un altro partner persino migliore. E prima lo troveremo, prima ci renderemo conto di quanto fosse sbagliata la nostra fissazione, e praticamente ringrazieremo l’ex per averci lasciato.