mercoledì 25 luglio 2018

Ode a Marpionne, il non italiano


Quando il Signore ci richiama alla sua casa, siamo sempre impegnati in un qualche progetto da concludere. Sergio Marchionne era sicuramente impegnato a programmare chissà quale nuova impresa industriale, di sicuro aveva terminato il suo progetto in Fiat, e aveva già presentato i programmi da qui al 2022, ma è tornato alla casa del Padre prima di poter ufficialmente concludere il suo mandato alla formale scadenza.



E i progetti per gli anni da qui al 2022, presentati alla stampa poche settimane fa, parlano del consolidamento di quell’indirizzo impostato da Marchionne per tutto il gruppo FCA: aumentare la redditività andando ad espandersi su modelli di fascia sempre superiore, caratterizzati da una maggiore redditività. Al di là del confronto con la FIAT Pre-Marchionne, su cui è fin troppo facile ironizzare, il mercato automobilistico è caratterizzato da case, anche prestigiose, che purtroppo allargano le loro gamme verso il basso, perdendo alla fine in redditività, salvo ogni tanto tentare maldestri salti in alto.

La ricerca della redditività, che sembra una cosa scontata se fai impresa, è invece quanto di più frainteso nelle aziende. Nel mercato automobilistico non ne parliamo, la scuola economica austriaca non è di casa nemmeno in questo settore, si costruiscono stabilimenti troppo grandi e poi ci si arrabatta per farli lavorare, anche a costo di produrre auto meno redditizie.

Marpionne, come da geniale nomignolo inventato da quell’altro genio di Roberto D’Agostino ha applicato alla perfezione tutto ciò che viene insegnato nelle scuole di management. La sua avventura alla Fiat è una di quelle di cui non si può dire “sarebbe stato meglio se avesse fatto in questo o in quest’altro modo”. I risultati economici parlano da se, e la Jeep, L’Alfa Romeo e la Maserati dei prossimi anni andranno a consolidarsi sempre più sul mercato con modelli sempre più prestigiosi. E redditizi.

Allergico alle cosiddette mode manageriali, anche sull’elettrico Marpionne è stato a dir poco pragmatico: quando si trattò di produrre la 500 elettrica per poter vendere auto in California, disse chiaramente:”La 500 elettrica l’abbiamo fatta, ma per favore non compratela, ci perdiamo 12.000 $ su ogni esemplare”, facendo crollare la cortina di ipocrisia su una verità che tutti nel settore sapevano, ma nessuno aveva il coraggio di dire. Più recentemente, insignito di una laurea honoris causa in ingegneria, ha ancora una volta parlato chiaro sul fatto che il “solo elettrico” sia una soluzione inefficiente, soprattutto in un mondo che produce energia elettrica bruciando carbone.
L’elettrico rimarrà ancora per decenni un giocattolo per ricchi, ed a questi ricchi Alfa Romeo, Maserati e Jeep venderanno auto solo elettriche estremamente costose, che non faranno perdere soldi e anzi daranno un utile. Pragmatismo, solo pragmatismo, in una parola.

Lo so il pragmatismo è una bestemmia nello stivale, ma appunto Marpionne non era italiano. Figlio di una esule istriana, di una degli unici “migranti” che l’Italia avrebbe dovuto solo aiutare e che invece una certa parte di Italia ha addirittura ostacolato. Marchionne non era italiano perché erano emigrati in Canada, ma soprattutto perché ha raggiunto grandi risultati col solo lavoro e studio. Imperdonabile in una certa Italia dove devi essere figlio di, e poi quando ti sgamano che sei stato assunto in una certa posizione pubblica o privata in quanto figlio di, saltano pure fuori i difensori d’ufficio a dire che “è perché sei bravo”. 

Marpionne non era italiano perché ha osato proporre dei patti ai sindacati, su cui i dipendenti sono stati chiamati a votare: in una parola ha smontato le manfrine della concertazione e messo a nudo l’ipocrisia di un certo sindacato. E questa cosa da una certa Italia non è mai stata perdonata. Fare ironia su Marchionne era la cosa più facile del mondo, l’hanno fatta i politici più patetici e ridicoli. “Il canadese” così veniva definito dal politico più patetico di tutti, il “monegasco”, come se essere “canadese” fosse un insulto. Per non parlare dell’ipocrisia sulla residenza svizzera: ditemi voi perché mai sulla terra un canadese debba prendere la residenza in Italia e farsi rapinare del 70% delle retribuzioni. 

Marpionne non era italiano perché è stato il più lontano possibile dalla politica: non ha potuto evitare di averci a che fare, e le sue aziende hanno avuto la loro parte di favori, ma il minimo indispensabile, e comunque un’azienda che impiega decine di migliaia di dipendenti non può non averci a che fare con la politica, dato che la politica pretende di mettere il becco nelle scelte dell’azienda. Per non parlare dell’uscita da Confindustria…

Le scelte di Sergio Marchionne verranno studiate nelle scuole di management, mentre gli ultimi insulti che qualche poveretto continua a indirizzargli sono altrettante medaglie al merito. Ottenere il plauso di qualche politico di professione che non ha mai fatto nulla di buono nella vita non sarebbe certo un vanto.



L’auto dello sbarco in Cina, anche questo un altro grande merito di Sergio Marchionne, si chiama Fiat Viaggio, forse era destino: Buon Viaggio Marpionne.

mercoledì 4 aprile 2018

Bail In Bancario: cos'è, come proteggersi dai fallimenti bancari, come investire con prudenza

Bail in Bancario

Perchè vengono salvate le banche in difficoltà? Cosa si intende per bail in e bail out? Perchè politici e giornalisti parlano male della normativa sul bail in? Quali rischi ci sono in concreto per i correntisti?
Come evitare di trovarsi come correntisti di una banca che fallisce?
Come si può investire con prudenza per assicurarsi un futuro più sereno nella situazione non certo tranquilla dell'Italia?
Di tutte queste cose, ed altro ancora, parliamo nella Puntata 94 del podcast "Il Truffone", condotto da Francesco Carbone, con il sottoscritto Francesco Tedeschi
Ascoltando questo podcast ci si può chiarire tutti i dubbi sulle domande qui sopra. E per chi vuole ulteriori chiarimenti, mi può sempre contattare alla mia mail ftedeschi76@gmail.com



giovedì 30 novembre 2017

Bitcoin è tutta una truffa?

bitcoin truffa

Bitcoin è tutta una truffa come dice il grande economista Stiglitz? O il grande finanziere Davide Serra? O il grande capo della JP Morgan?
A mio giudizio no, e in questo articolo spiego perchè.
Esistono in giro truffe che sfruttano l'interesse attorno ai bitcoin? Purtroppo sì, e in questo altro articolo, spiego come riconoscerle.
Detto questo, sei ancora convinto che sia tutta una truffa? Poco male, nessuno è obbligato a provare. L'importante è essere consapevoli di essere costretti ad una vera e propria truffa nota come sistema pensionistico a monopolio statale. Volgo INPS. Il sistema pensionistico a monopolio statale è un sistema già fallito, dato che i contributi di chi lavora non riescono a pagare le pensioni a chi è già in pensione. Ogni anno, per ripianare questo squilibrio, vengono presi oltre 100 Miliardi dalle tasse, la cosiddetta fiscalità generale. Con l'andare del tempo sarà sempre peggio: i giovani che lavorano sono sempre meno, e sempre meno pagati, mentre i pensionati diventano sempre di più. Chi ha 40 anni o meno non ha alcuna speranza di avere una pensione dignitosa per vivere e di averla a 67 anni. Quindi, indipendentemente da quel che pensate di bitcoin, dovete pensare a proteggere il vostro futuro. Ripeto non c'è alcuna possibilità, per chi oggi ha 40 anni, o meno, di avere un tenore di vita lontanamente decoroso: o il sistema fallisce da qui a 30 anni, o le pensioni saranno rese ridicole da un'inflazione che non è certo quella calcolata ufficialmente dall'ISTAT
Detto fuori di metafora è fondamentale mettersi da parte un capitale per la pensione, attraverso ad esempio un piano di risparmio: è uno strumento che ha i suoi pro ed i suoi contro, ma il pro fondamentale è che ci "obbliga" a risparmiare una certa cifra tutti i mesi, cosa che se dovessimo ricordarci di fare da soli, non riusciremmo. C'è una circostanza favorevole da sfruttare in questo momento oltretutto: sebbene il sottoscritto non sia un fan dell'europeismo, c'è un vantaggio dovuto all'esistenza dell'Unione Europea: si può avere accesso a strumenti, nello specifico piani di risparmio, non esistenti sul mercato italiano, con condizioni molto più favorevoli, se si sa dove andare a cercare. Anche in questo caso, per chi volesse approfondire, basta scrivere a btcoggi@gmail.com. Per chi si chiedesse il perchè della foto di apertura? E' un simpatico gattino, cosa potevo mettere di meglio?

domenica 19 novembre 2017

Il Bitcoin è in bolla? Cosa si intende per bolla?

Bolla bitcoin

Si sente di continuo parlare, di fronte all’inarrestabile crescita di prezzo delle criptovalute principali, a partire dal bitcoin, di “Bolla del bitcoin”. Molti esperti di economia, insistono a dire che questa crescita di prezzo sia destinata, come appunto una bolla, a scoppiare, con conseguente crollo del prezzo stesso, e si sprecano i paragoni alle famose bolle economiche del passato, dalla bolla dei tulipani in Olanda del 1700 alla Bolla delle aziende internet del 2000. Senza pretendere di guardare nella palla di vetro, come i maghi e gli economisti mainstream, in questo articolo vorrei chiarire cosa si intende, in economia, per “bolla”, lasciando al lettore il giudizio sul fatto che esista, o meno, una “bolla bitcoin”

Cos’è una bolla economica?


In economia il termine bolla può avere un significato “oggettivo” ed uno “soggettivo”. Si parla di bolla in senso oggettivo, quando una intera categoria di beni, o attività, ha un valore sproporzionato rispetto al suo rendimento. Possiamo quindi fare gli esempi di un’eventuale bolla azionaria, obbligazionaria o immobiliare

La bolla economica in senso oggettivo

                                                         
Il prezzo di un’azione viene paragonato agli utili che fa l’azienda a cui l’azione è riferita. Se il prezzo è pari a 10 volte l’utile per azione, mi aspetto che comprandola, gli utili mi ripaghino in 10 anni il prezzo che ho pagato. Se l’azienda ha un prezzo per azione molto più alto di 10 volte l’attuale utile, può essere perché ci si aspetta che i suoi utili futuri saranno molto più alti di quelli attuali, per cui chi compra l’azione è disposto a pagare anche 20 o 100 volte il valore dell’utile, perché si aspetta che gli utili a breve saranno il doppio o 10 volte quello attuale, di modo da ripagare in 10 anni, o meno, il prezzo pagato per l’azione. Ricordiamo che si tratta sempre di una valutazione soggettiva. Se uno è disposto a recuperare l’investimento in 20 anni, valuterà ragionevole un prezzo per azione 20 volte superiore all’utile per azione. Se tutte le azioni presenti su un dato mercato hanno un prezzo pari a 30 o più volte l’utile della rispettiva azienda, si dice che il mercato azionario è “in bolla” in senso oggettivo: in questa situazione può verificarsi o una discesa graduale verso livelli più ragionevoli, o un cosiddetto “scoppio della bolla” con crollo repentino dei prezzi e pesanti perdite per chi ha comprato poco prima di questo scoppio.

Sul mercato immobiliare si può fare un discorso paragonabile: se compriamo un appartamento, ci aspettiamo di incassare degli utili sotto forma dell’affitto che pagheranno gli inquilini. Se l’affitto annuale che incassiamo è pari a un decimo del prezzo che abbiamo pagato per l’appartamento, ce lo ripagheremo in 10 anni. Se è pari a un ventesimo, ce lo ripagheremo in 20 anni. Con un ragionamento simile a quello fatto per le azioni, se gli immobili sul mercato hanno prezzi medi pari a 20, 30 o più volte quello che rendono sotto forma di affitto, si può dire che il mercato immobiliare sia “in bolla” in senso oggettivo. Con rischio di forti perdite in caso di “scoppio della bolla”.

Discorso leggermente diverso per le obbligazioni: le obbligazioni, che siano emesse da aziende private, o che siano titoli di stato, sono dei prestiti che l’investitore fa all’azienda o allo stato emittente: si aspetta, alla scadenza, di riprendere la somma pagata sotto forma di prezzo dell’obbligazione, più un interesse. L’interesse richiesto da chi compra l’obbligazione, in una situazione di libero mercato, è collegato al rischio che l’emittente fallisca e non rimborsi l’obbligazione: più questo rischio è alto, più l’interesse richiesto dal mercato sarà alto. Quando gli interessi pagati sulla maggior parte delle obbligazioni e/o dei titoli di stato sono irragionevolmente bassi rispetto al rischio (ricordiamo che molti titoli di stato occidentali pagano un interesse anche pari a zero o addirittura negativo), si può parlare di una bolla obbligazionaria in senso oggettivo.

Veniamo quindi alle monete, cartacee o digitali che siano. Tenere in tasca una banconota da 100 € o un bitcoin, non dà ALCUN rendimento. Il rapporto tra prezzo e rendimento di qualsiasi moneta, è sempre infinito, dato che qualsiasi prezzo di una moneta, diviso per 0, ossia il rendimento che ci si aspetta, dà appunto un risultato infinito. In senso oggettivo, qualsiasi moneta che valga più di zero, sarebbe automaticamente in bolla. Ma dato che nessuno si aspetta un rendimento semplicemente tenendo in tasca una moneta, di fatto NON ha senso parlare di bolla, in senso oggettivo, a proposito del bitcoin, o del dollaro, del rublo o qualsiasi altra valuta.

Come ci si comporta in caso si ravvisi una bolla economica? I comportamenti che possiamo applicare in caso di una “bolla in corso” sono diversi a seconda del nostro orizzonte temporale: se vogliamo fare un investimento a medio termine, è consigliabile stare lontani dal genere di attività in bolla. Se vogliamo fare una speculazione a breve termine, anche se pensiamo che le azioni o gli immobili siano “in bolla”, possiamo investire lo stesso nel mercato azionario o immobiliare, se ci aspettiamo che i prezzi saliranno ancora prima dello “scoppio della bolla”: il nostro obiettivo non sarà detenere l’azione o l’appartamento di turno finchè si ripaghi completamente, ma piuttosto di rivendere dopo poco, realizzando un piccolo/grande utile da pura speculazione.

La bolla economica in senso soggettivo 


Oltre all’accezione oggettiva del concetto di “bolla”, ci può essere un’accezione soggettiva. In pratica, un “esperto” di economia o mercati può ritenere che il prezzo di una valuta, stia salendo eccessivamente per il solo effetto di un’euforia momentanea, da parte di speculatori che vogliono realizzare un utile a breve termine, comprando e rivendendo subito a maggior prezzo. Con valute estremamente volatili come le cripto valute, le fasi di euforia e panico sono molto frequenti e ravvicinate. Di conseguenza comprare in una fase di forte salita può esporci al rischio, a breve termine, di una discesa, quindi di una perdita. Come detto prima, anche in questi casi, si può anche applicare una strategia di investimento di breve periodo, se ci si aspetta che i prezzi continueranno a salire prima della prossima discesa: si compra con l’obiettivo di rivendere dopo pochissimo, realizzando un piccolo utile da speculazione di breve periodo.

C’è da dire che le valute hanno un valore “relativo” ed uno “assoluto”. Il valore relativo è quello in relazione ad altre valute. Ad esempio l’euro vale quasi 12 Bolivar Venezuelani, con una crescita dai 3 Bolivar del 2010: un economista venezuelano, particolarmente fiducioso nel governo locale, potrebbe dire che l’euro è in bolla. Ha senso? In termini relativi, non ha ne ragione, ne torto. Il suo metro di riferimento è la sua valuta nazionale, magari nutre una forte fede nelle politiche monetarie della Banca Nazionale Venezuelana, e di conseguenza ha motivo di pensare che l’euro sia in bolla.

bitcoin in bolla


Esiste invece un valore diciamo “assoluto” di una valuta, rappresentato dal suo potere d’acquisto. Ad esempio Bitcoin, esattamente un anno fa, il 19 novembre 2016, valeva 748 $: con un bitcoin si poteva comprare una ottima bicicletta. Mentre scrivo, oggi 19 novembre 2017, un bitcoin è quotato 7.770 $, buono per comprare una motocicletta di media cilindrata. L’esempio si può applicare a qualsiasi altro bene: un anno fa si potevano comprare 70 bottiglie di buon vino, oggi 700, sempre con un bitcoin. O 35 bottiglie un anno fa e 350 oggi, se il vino lo vogliamo con la bolla, anzi con le bollicine.

A cosa può essere dovuta questa variazione di valore tra le differenti valute? Le cause delle oscillazioni di valore relativo tra valute sono molte e molto manipolabili, dai governi e dalle banche centrali. Uno dei fattori è che influenzano il valore relativo delle monete è rappresentato da quanto siano utilizzate, o meno, come mezzo di scambio o come riserva di valore. Uno dei fattori che hanno reso sempre più utilizzate le criptovalute, ed il bitcoin in particolare, è il fatto che rappresenti una moneta molto difficile da rubare, o sequestrare, per cui sempre più persone nel mondo hanno imparato ad usarlo, facendo salire il prezzo. Può essere questo un fattore che convincerà ancora più gente nel mondo ad imparare ad usarle, causando un ulteriore aumento di prezzo? Al lettore la risposta…

giovedì 28 settembre 2017

Bitcoin, bolle e tulipani – Cosa c’è di vero negli attacchi della stampa?

bitcoin bolla tulipani


Questo mese di settembre, nella prima metà del mese, s’è sviluppata un’intensa campagna stampa mirata a consolidare un sentimento di diffidenza verso i bitcoin, ossia la prima, ma non più unica, moneta totalmente digitale e decentralizzata, ossia non controllata in via esclusiva da alcun ente, pubblico o privato che sia.

La campagna di stampa internazionale ha coinciso con una marcata contrazione del valore di questa moneta, scesa da circa 5000 $ a circa 3000 $, prima di ritornare a crescere.
Sono stati scomodati vari paragoni: dal fatto che il bitcoin fosse un enorme bolla, o addirittura tutta una truffa, o uno schema Ponzi, la famosa truffa “piramidale”.

Cosa c’è di vero in tutte queste accuse? Si può facilmente controbattere ciascuna di queste affermazioni, ma il modo migliore per capire come siano infondate, sotto vari aspetti, è capire cosa sono nello specifico i bitcoin, come funzionano e quali sono i punti di forza che stanno portando sempre più persone nel mondo a utilizzarli per proteggere i propri sudati guadagni.

Si tratta di un sistema incredibilmente raffinato e geniale, ed al tempo stesso semplice da usare: inviare o ricevere un pagamento è semplice come inviare un’email. E una minima spiegazione di come funziona tutto il sistema, comprensibile da chiunque, permette di capire appieno le potenzialità del sistema. Chi non vorrebbe oggi una moneta difficilissima da sequestrare e rubare? Proprio il fatto che sia difficile da sequestrare e rubare rende questo sistema di pagamento sempre più utilizzato dai cittadini di tutte le nazioni del mondo: dove non sono arrivati il calcio, la religione o la musica, è arrivato l’oro digitale: non esiste popolo al mondo che non lo stia usando.

Per questo motivo, mettere qualche risparmio da parte in bitcoin, non solo significa mettersi al sicuro da furti e sequestri, ma rappresenta ANCHE un buon investimento. L’importante è applicare le più elementari regole di prudenza valide per tutti i tipi di investimento. E imparare come riconoscere eventuali truffatori che volessero sfruttare il nome “bitcoin” per mettere in atto truffe che non hanno nulla a che fare con questa tecnologia.

Per capire tutti questi aspetti, è possibile partecipare all’evento, sabato 7 ottobre a Brescia Bitcoin: come investire con prudenzanella rivoluzione digitale”, all'Hotel Brixia. 

Chi si fosse perso l'evento può scrivermi a btcoggi@gmail.com 


martedì 5 settembre 2017

Arrivano le truffe bitcoin: 5 regole per non caderci



Il bitcoin è l’argomento del momento e purtroppo stanno aumentando le pubblicità di vere e proprie truffe, in cui promettono di far guadagnare cifre stratosferiche, senza muovere un dito e senza rischiare nulla, grazie a imprecisati meccanismi che avrebbero a che fare coi bitcoin.

Poi appena un po' di gente inizierà a non guadagnarci, verranno fuori quelli che "il bitcoin è tutta una truffa". Dato che l’informazione economica è "molto poco informata", ed ha tutto l’interesse a che i risparmiatori abbiano le idee confuse sugli strumenti di investimento tradizionali, figurarsi quelli innovativi, andiamo a chiarire un paio di cosette:


1) I bitcoin, e le altre criptovalute, sono strumenti di pagamento tanto quanto i dollari, gli euro, gli yen e la "pizza di fango der Camerun". Stanno conoscendo un aumento di valore perchè sempre più persone, NEL MONDO, li utilizzano come mezzo di pagamento. Se domani la gente smette di utilizzarli, il loro valore andrà a zero. Non esistono guadagni sicuri a questo mondo.

2) Imparare a usarli è una priorità di PURA SOPRAVVIVENZA: non avrete nessuna pensione INPS e vi sequestreranno pure i peli del sedere. Imparare a usare una moneta che NON si può sequestrare significa che gli unici soldi che mettete da parte in monete non sequestrabili, sarano LA VOSTRA UNICA PENSIONE.
Poi, in corso d'opera potranno anche guadagnare di valore, ma nessuno sa quanto e come. Ripetiamo che: Non esistono guadagni sicuri a questo mondo.


3) E’ possibile sfruttare questa fase di espansione per speculare sui cambi tra cripto valute e monete cartacee, e tra una cripto valuta e l’altra. Si tratta di un investimento ad altissimo rischio, e per altissimo intendo il 50% di rischio: o guadagni un sacco o perdi tutto. Studiando e imparando a investire a poco a poco, si possono realizzare dei buoni incrementi, limitando il rischio, o ci si può affidare a chi padroneggia la materia e chiedere consigli: in ogni caso deve essere un investimento di una piccolissima parte dei nostri risparmi, una parte che possiamo rischiare senza tanti drammi. Può renderci più di tutto il resto dei nostri risparmi, ma nel breve periodo può anche deprezzarsi: è un investimento che va fatto con un’ottica di più anni, almeno 5 anni, perché, ripetiamo:
Non esistono guadagni sicuri a questo mondo.


4) Chiunque promette guadagni sicuri, e stratosferici, vi sta turlupinando: se conoscessi un modo per avere dei guadagni sicuri, e stratosferici, me lo terrei per me. La prima regola dell’economia dice che se tante persone si buttano su un business che permette di fare elevati guadagni, si creerà una concorrenza che farà abbassare questi guadagni fino al livello minimo. Questo non fa che confermare che: Non esistono guadagni sicuri a questo mondo.


5) Le cripto valute, e la tecnologia blockchain su cui sono basate stanno cambiando il mondo in cui viviamo: un mondo in cui gli stati diventano giorno dopo giorno più inutili, in cui è impossibile conoscere la ricchezza di qualcuno, ed è impossibile rubargliela, a meno di utilizzare un elevatissima dose di violenza. Le principali cripto valute avranno un aumento di valore dovuto al fatto che sempre più persone le adotteranno, e le aziende che realizzeranno i migliori servizi basati sulla blockchain, avranno parimenti utili inimmaginabili: ma nessuno può dire OGGI, quale cripto valuta dominerà tra 20 anni e quale azienda basata sulla blockchain avrà avuto più successo tra 20 anni. Ci sono modi prudenti di assaggiare a poco a poco questo tipo di investimento, in modo da capire perché ci può essere un guadagno da qui ai prossimi anni, e imparare a capire quali tendenze seguire e quali rischi evitare. Serve informarsi, e chiedere a chi ci lavora quotidianamente. Chi promette guadagni sicuri va evitato come la peste. Non esistono guadagni sicuri a questo mondo.


In estrema sintesi, chiunque prometta soldi facili senza rischio, vi sta truffando, che vi stia vendendo quote azionarie, o obbligazioni bancarie (ehm ehm), o imprecisati meccanismi che fanno guadagnare automaticamente con appiccicata la parola magica bitcoin. Ciò non toglie che non ci si può permettere di non sapere usare questo mezzo di pagamento. Saperlo usare è PURA SOPRAVVIVENZA, e ci si può ANCHE guadagnare qualcosina. Per guadagnarci bisogna avere chiaro in mente che le cripto valute, e la tecnologia blockchain, servono a rendere inutili le banche centrali, le monete di carta, il catasto, l’anagrafe, la motorizzazione, la SIAE, i fondi pensione tradizionali, e qualsiasi altra funzione che oggi gli stati si arrogano di monopolizzare, o semi-monopolizzare. Se si capisce questo concetto, si capisce che, tempo qualche anno, tutti gli strumenti basati sulla blockchain, saranno sempre più utilizzati, e chi ci investe ora ci realizzerà ANCHE un guadagno. Se non si capisce questo concetto, meglio non investirci proprio, magari aspettandosi grandi guadagni a brevissimo termine. Patti chiari…  

Per chi volesse imparare a capire cosa sono e a cosa servono i bitcoin, ci sono i tutorial di Bitcoin Bear:
1) Cos'è il bitcoin?

Per chi volesse consigli su come mettere da parte i primi € in bitcoin, può scrivermi a btcoggi@gmail.com 


lunedì 28 agosto 2017

L'inflazione è davvero troppo bassa? Smontiamo questa grande bufala


L'inflazione è davvero troppo bassa, come ci dicono da qualche anno a questa parte? E' davvero pari al 1% o meno? E' davvero necessario stimolarla?
In questa puntata del famoso podcast "Il Truffone", di Francesco Carbone, andiamo a smontare questo mito e a capire perchè i governi, con la fattiva collaborazione di economisti e giornalisti "di regime" alimentano questo mito. Per ascoltare la puntata CLICCA QUI.